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Ex Ilva, ora arrivano i carabinieri. E Conte fa la voce grossa: "Dimezzate gli esuberi"

Carlo Antini
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In corso nello stabilimento l'ispezione dei carabinieri del Noe di Roma. Sotto i riflettori l'area "a caldo" per verificare se c'è stato un depauperamento delle risorse e per mettere sotto controllo la sicurezza dei lavoratori e la manutenzione degli impianti. Il premier Conte fa sapere che la trattativa può ripartire solo se i vertici di Arcelor Mittal annunceranno il dimezzamento degli esuberi. Il governo sta preparando un decreto per Taranto.   L'ex ministro dell'economia Pier Carlo Padoan si augura che "si riapra un tavolo, che Arcelor Mittal riveda le sue posizioni e che si rimetta lo scudo per riparare ai danni che sono stati fatti fino adesso". Lo ha detto a margine dello S&P Global Market Intelligence in corso a Milano. "Che il mercato dell'acciaio fosse in una situazione difficile - ha spiegato - lo si sapeva da tempo, che poi quella di Arcelor Mittal sia una scusa o no non lo so, sicuramente le posizioni sono cambiate, detto questo pero' gli accordi si onorano". Secondo Padoan "un accordo deve essere sostenibile e ci deve essere un piano industriale che funzioni, altrimenti si ripresenta il problema dopo un po'". " C'e' stato un accordo - ha ribadito - e le ragioni per le quali sia venuto meno, al di la' dello scudo penale, non le so". "Spero che si trovi una situazione - ha aggiunto - in cui si rispetti il piano industriale, quello ambientale e si tenga conto della grave situazione di crisi della citta' di Taranto e non solo" . "Non sta arrivando niente - commenta Vincenzo Cesareo, gia' presidente di Confindustria Taranto e consigliere nazionale Federmeccanica - Tranne i trasportatori ed un gruppo di imprese che ArcelorMittal reputa strategiche ai fini della produzione dello stabilimento, al resto non e' arrivato praticamente nulla. ArcelorMittal deve darsi una mossa. Non si puo' attendere certo a lungo". E c'e' attesa anche per l'incontro che il premier Conte avra' stasera con i Mittal a Palazzo Chigi. E' il secondo incontro dopo che la multinazionale ha manifestato la sua volonta' di recedere dal contratto di fitto del gruppo preso da Ilva in amministrazione straordinaria un anno fa. La trattativa non si annuncia facile. Il governo vuole prima acquisire il passo indietro rispetto al recesso da parte di ArcelorMittal (la multinazionale ha fatto tutta una serie di atti, giudiziari e non, a supporto di questa decisione) e la conferma degli impegni. Dopodiche' si puo' entrare nel merito e costruire un nuovo percorso e un nuovo assetto che contempli l'avvio della decarbonizzazione nel ciclo produttivo per ridurre le emissioni inquinanti, gestione della crisi del mercato dell'acciaio con gli ammortizzatori sociali (Mittal vorrebbe 5mila esuberi ma il Governo dice no e si dice al limite propenso ad un ricorso alla cassa integrazione per 2500 unita'), possibile riarticolazione della compagine societaria con una partecipazione pubblica accanto a Mittal (ipotesi Cassa Depositi e Prestiti o societa' pubbliche), reintroduzione dello scudo penale ma come norma di carattere generale e non specifica per il gruppo siderurgico.

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