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Arrestata Lara Comi, l'ex eurodeputata accusata di tangenti

Lara Comi

Ai domiciliari dopo l'operazione "Mensa dei poveri" per corruzione e truffa al bilancio dell'Ue

Silvia Sfregola
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Ai domiciliari l'ex parlamentare di Forza Italia, Lara Comi, e l'imprenditore Paolo Orrigoni, titolare della catena di supermercati Tigros ed ex candidato leghista a sindaco di Varese. In carcere Giuseppe Zingale, ex direttore dell'Agenzia per il lavoro Afol. Il terremoto giudiziario scatenato dall'operazione "Mensa dei poveri": i finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Milano e della Compagnia Busto Arsizio hanno eseguito, nella provincia di Varese, un'ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Milano ha applicato ad ulteriori 3 persone le misure cautelari personali della custodia in carcere, per una di esse, e degli arresti domiciliari, per le restanti due. L'ex deputata europea è ai domiciliari con il candidato leghista di Varese Orrigoni. È la prima volta per un politico nazionale donna. Le indagini hanno fatto emergere ulteriori delitti di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell'indebito drenaggio di risorse pubbliche di società ed enti a partecipazione pubblica. La parte odierna dell'indagine, relativa a vicende accertate, riguarda: fatti corruttivi tesi a far ottenere a un imprenditore varesino il cambio di destinazione urbanistica di un'importante area, da industriale a commerciale; a professionisti e imprese compiacenti fittizi incarichi di consulenza, conferiti da societa' a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell'incarico stesso;truffa ai danni del bilancio dell'Unione Europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato, illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio 2019, emissione di fatture false, allo scopo di occultare i predetti reati. Per il gip di Milano Raffaella Mascarino, che ha applicato tre misure cautelari su presunte tangenti, i reati contestati agli indagati - tra cui truffa ai danni del parlamento europeo e finanziamento illecito - evidenziano "un quadro di grave allarme sociale".  Gli indagati con "spregiudicatezza e disinvoltura" avrebbero agito con l'obiettivo di "beneficiare di favori in ragione della funzione pubblica esercitata o del sistema di relazioni ad essa funzionali, con conseguente sviamento dei poteri pubblici conferiti in favore del soddisfacimento di interessi personali". 

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