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Mense scolastiche da terzo mondo. Fuorilegge una su tre

Tra i casi più gravi anche una scuola di Roma, al Tintoretto

Carlo Antini
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Alimenti scaduti, locali sporchi e maleodoranti, escrementi di roditori, panini con insetti. I controlli effettuati dai carabinieri del Nas nelle mense scolastiche dipingono un quadro desolante - con irregolarità accertate in 81 strutture su 224, una su tre - e inducono il ministro della Salute Giulia Grillo a parlare di «film dell'orrore». Sette le chiusure disposte, effetto della «grave situazione igienico-strutturale» riscontrata: ma nel bilancio figurano anche 14 violazioni penali, 95 infrazioni amministrative, 15 persone denunciate e altre 67 segnalate alle autorità amministrative, sanzioni pecuniarie per oltre 576 mila euro. Individuate e sequestrate più di 2 tonnellate di derrate alimentari «prive di indicazioni di tracciabilità e provenienza dei prodotti, detenute in ambienti e condizioni inadeguati o scadute di validità».«Furbi e "cucine da incubo" non possono essere tollerati», attacca Grillo: «Come madre e come ministro mi indigna pensare che sulle tavole dei nostri figli, a scuola, possano finire escrementi, muffe o alimenti di dubbia origine». «Oggi - aggiunge - chi lavora nel settore delle mense sa benissimo che vi sono regole chiare da seguire e tutti i mezzi possibili per garantire tracciabilità, igiene e correttezza di conservazione degli alimenti. Per questo non possiamo permettere il menefreghismo di chi stipula contratti ben precisi e poi fa il furbo o peggio. A maggior ragione quando è in gioco la salute dei più piccoli e vulnerabili». «La maggioranza delle violazioni rilevate - spiega il generale Adelmo Lusi, comandante dei Carabinieri per la tutela della salute - sono di tipo amministrativo come la mancata applicazione dei sistemi di autocontrollo e prevenzione del rischio, carenze igieniche e strutturali delle aree adibite alla lavorazione, irregolarità sull'etichettatura e sulla tracciabilità degli alimenti. Gli illeciti penali hanno interessato reati quali la frode e le inadempienze nelle pubbliche forniture, dovute al mancato rispetto agli obblighi contrattuali assunti dalle aziende di catering all'atto dell'assegnazione delle gare di appalto, la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e l'omessa applicazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro». I casi più gravi a Roma, Livorno, Pescara, Chieti e Brindisi, con cibi accatastati in locali non a norma o trasportati a bordo di mezzi non idonei e alimenti di qualità diversa da quella stabilita dai contratti di fornitura.

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