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Ecco chi era Stefano Colasanti, il pompiere eroe di Rieti

Cinquant'anni, lascia una moglie e una figlia. Era solo in transito quando si è fermato per aiutare i colleghi

Davide Di Santo
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Oggi avrebbe dovuto portare una botte Atego per la revisione a Monterotondo: durante il tragitto si è imbattuto nella cisterna che bruciava e si è messo a disposizione della squadra di Poggio Mirteto. Si chiamava Stefano Colasanti il vigile del fuoco morto oggi pomeriggio nell'esplosione della cisterna al chilometro 37 della via Salaria, nel comune di Fara Sabina (Rieti). Cinquant'anni, in servizio presso il comando di Rieti, lascia moglie e figlia e un fratello poliziotto, sovrintendente. Proprio l'uomo, aggiungendo dramma alla tragedia, ha scoperto della morte di Stefano accompagnando sul luogo dell'esplosione il questore di Rieti Antonio Mannoni, di cui è autista.  Stefano Colasanti, Vigile del Fuoco che ha sacrificato la sua vita per prestare soccorso sul luogo dell'esplosione dell'autocisterna sulla Via Salaria, era l'allenatore del Cittaducale Calcio a 5 Femminile ❤️Addio mister, riposa in pace eroe! pic.twitter.com/e4Pqy2rFZe— Divisione Calcio a 5 (@DivCalcio5) 5 dicembre 2018 Al momento della prima esplosione era fuori servizio, in transito nella zona. Si è fermato e con abnegazione ha cominciato a collaborare con i colleghi nel frattempo intervenuti e ad adoperarsi nei soccorsi, quando è stato investito dalla seconda esplosione, che l'ha ucciso. Colasanti era anche l'allenatore del Cittaducale Calcio a 5 femminile, società stretta nel cordoglio di tutto l'ambiente del futsala. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appreso con tristezza la notizia del grave incidente avvenuto nel Comune di Fara Sabina. "Alle famiglie delle vittime - ha sottolineato - va il mio sentito cordoglio e ai feriti gli auguri di pronta guarigione". Mattarella ha inviato anche un messaggio al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Bruno Frattasi, nel quale esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà per la scomparsa del vigile Stefano Colasanti. "Appresa la triste notizia del decesso del Vigile del Fuoco Stefano Colasanti, esprimo sentimenti di cordoglio al Capo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e per il suo tramite alla famiglia, di cui fa parte, peraltro, il fratello Claudio appartenente alla Polizia di Stato, per la prematura scomparsa del proprio congiunto. La mia vicinanza va altresì alla famiglia della seconda vittima ed auguro una pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti nel tragico evento", è il messaggio del capo della Polizia Franco Gabrielli.  "Il tributo più pesante lo hanno pagato i vigili del fuoco, presenti sul posto prima della deflagrazione finale. Sette di loro, cinque del distaccamento di Rieti Poggio Mirteto e due del distaccamento di Roma Montelibretti, sono stati travolti da una violentissima esplosione che ha scagliato l'autobotte a decine di metri di distanza, così come l'autocisterna all'origine della tragedia. Sei sono ricoverati negli ospedali di Rieti e Roma. Stefano Colasanti, 50 anni, una figlia, vigile del fuoco da 21 anni, sindacalista Uil, è stato straziato dalle fiamme e non ce l'ha fatta. Stefano è una vittima del dovere: passava di lì alla guida di un mezzo dei vigili del fuoco da revisionare, si è fermato e si è messo a disposizione. Prima gli altri, come sempre", si legge in una nota diffusa dall'Usb. "La sua fine - si legge - deve farci riflettere tutti sulla pericolosità del nostro mestiere. Oggi i riflettori si accendono nuovamente sui vigili del fuoco. Ci piacerebbe che rimanessero accesi anche quando ricordiamo ai governi che, per quanto sembri un controsenso a chiunque, i vigili del fuoco operano senza copertura Inail. Così, per dirne una. Di tutto il resto adesso non vogliamo parlare. Rimane il dolore immenso, per Stefano, per i suoi familiari, per i colleghi feriti. Signori ministri, signori della politica, non chiamatelo eroe solo per scaricarvi la coscienza. Chiamate Stefano per quello che era: un vigile del fuoco, nonostante tutto, nonostante tutti voi".

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