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Così l'accoglienza di sinistra ha fatto flop

La ricerca choc di «In Migrazione»: bocciati 85 centri su 101. Due miliardi di spese ma il sistema traballa. La colpa? Anche di Minniti

Carlantonio Solimene
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L'emergenza migranti? Esiste, certo. Ma non è dovuta al numero dei richiedenti asilo che ogni giorno sbarcano sulle coste italiane. Piuttosto, al sistema dei Centri di Accoglienza Straordinaria che, a dispetto di una spesa pubblica pari a oltre 2 miliardi di euro previsti per il solo 2018, operano nella stragrande maggioranza dei casi sotto gli standard qualitativi che sarebbero necessari a garantire una vera integrazione. E la colpa di questa situazione sarebbe (anche) del decreto con il quale, nel 2017, l' allora ministro dell' Interno Mar co Minniti approvò lo schema del capitolato d' appalto per la creazione dei suddetti centri. TANTA CAPIENZA, POCA ORGANIZZAZIONE È la sorprendente fotografia scattata dall' associazione «In Migrazione», che ha esaminato le ultime gare di appalto pubblicate da 101 prefetture di tutta Italia per affidare la gestione dei CAS e le ha «giudicate» attraverso quattro criteri: l' incentivo all' apertura centri di piccole dimensioni (massimo 20 posti); la quantità e la qualità dei servizi alla persona e per l' integrazione; la professionalità, l' esperienza e la formazione specialistica del personale; la valutazione della proposta complessiva di ge stione e metodologica. Il risultato è desolante. Su 101 bandi esaminati, infatti, solo 16 sono considerati buoni o sufficienti. Gli altri 85 sono stati giudicati «carenti» o «molto carenti». E tra questi ultimi ci sono quelli delle prefetture delle principali città italiane: da Milano (43ª in classifica) a Roma (52ª), da Napoli (83ª) a Firenze (addirittura terzultima)... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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