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Incidenti a piazza San Carlo, a rischio processo il sindaco e altri 14 imputati

Le accuse: omicidio, lesioni e disastro colposo

Augusto Parboni
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Oltre alla sindaca di Torino Chiara Appendino e all'ex questore Angelo Sanna, per gli incidenti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 sono indagate 13 persone che, a vario titolo, presero parte all'organizzazione dell'evento. Per tutti l'accusa è di omicidio, lesioni e disastro colposi. Fra questi, l'ex capo di gabinetto del primo cittadino, Paolo Giordana; il direttore del Suolo pubblico del Comune Paolo Lubbia; la dipendente comunale Chiara Bobbio; il capo di gabinetto dell'ex questore Michele Mollo; il dirigente del Commissariato Centro Alberto Bonzano; Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e dirigente di «Turismo Torino», l'ente che materialmente organizzò l'evento. E ancora l'architetto Enrico Bertoletti; il funzionario dei vigili del fuoco Dario Longhin; il responsabile della Commissione di vigilanza dei vigili del fuoco Franco Negroni e Pasquale Piro, che nella Commissione rappresentava la questura di Torino. Dopo la notifica della chiusura delle indagini, Appendino aveva rimarcato di restare «a disposizione della magistratura, come lo sono sempre stata». Un «atteggiamento di rispetto istituzionale», quello della sindaca e degli altri indagati, per cui il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, aveva dichiarato apprezzamento per «la volontà di difendersi nel processo e non dal processo». I filoni di indagini erano due, uno "istituzionale", sulle misure di sicurezza predisposte in piazza San Carlo per l'evento, e uno sulle responsabilità materiali del panico collettivo. Su questo fronte, è stata sgominata una banda di dieci giovani, sospettati di aver usato lo spray urticante al peperoncino durante grandi eventi in Italia e all'estero per rapinare il pubblico.

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