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Fuga da Rigopiano impossibile: "Regione causò isolamento dell'hotel"

Notificati 14 avvisi di garanzia. Accuse anche per il governatore D'Alfonso. Via agli interrogatori

Maria Grazia Coletti
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«Determinavano le condizioni per il totale isolamento dell'Hotel Rigopiano, di fatto rendendo impossibile a tutti i presenti nell'albergo di allontanarsi dallo stesso, tanto più in quanto allarmati dalle scosse di terremoto del 18 gennaio». È quanto si legge nell'avviso di garanzia, per la vicenda riguardante la tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), a carico del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, del sottosegretario con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, del responsabile della sala operativa della Protezione civile, Silvio Liberatore, e del dirigente del servizio di programmazione di attività della Protezione civile, Antonio Iovino, in relazione alla gestione dell'emergenza. Secondo la Procura, la Regione, «nelle persone del presidente della Giunta regionale, dell'assessore con delega alla Protezione civile e dei funzionari sopra indicati», avrebbero attivato «tardivamente il Comitato Operativo Regionale per le Emergenze», peraltro in assenza di piani di emergenza regionali, in località diversa da quella della Sala Operativa. «Con siffatte condotte colpose, connotate da negligenza, imperizia, imprudenza e violazione di norme di legge, regolamenti, ordini o discipline» - è scritto nel capo d'imputazione - ciascuno degli indagati «concorreva nel cagionare la morte di 29 persone e le lesioni personali, anche gravissime, ad altre 9 persone presenti all'interno dell'Hotel Rigopiano quando questa collassava colpito da valanga». La Procura sottolinea come gli indagati fossero «consapevoli dell'emergenza neve riguardante l'Abruzzo» e in particolare l'area montana della Provincia di Pescara, sulla base delle previsioni meteo, ma anche di segnalazioni e richieste d'intervento. Nell'imputazione si fa riferimento «agli avvisi di condizioni meteorologiche avverse, diffusi dal centro funzionale Abruzzo» e ai «bollettini valanghe emessi dal servizio Meteomont», che in particolare nell'ultimo, quello del 17 gennaio alle 14, evidenziava «pericolo valanghe di grado tra 3 e 4 per la giornata, e di grado 4, cioè forte, per i successivi tre giorni». Nelle carte sono, inoltre, evidenziate la nota del capo di gabinetto della prefettura di Pescara, Leonardo Bianco, «inviata il 16 gennaio 2017 a presidenza del Consiglio dei ministri, ministro dell'Interno e Regione Abruzzo» e il «messaggio multiplo inviato nel pomeriggio del 17 gennaio, alle 19.29, dal sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, al presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, al sottosegretario Mario Mazzocca e al presidente della Provincia, Antonio Di Marco, con urgente richiesta di mezzi spazzaneve per la mattina del 18 gennaio per liberare contrade già isolate». La Procura, infine, parla di «ulteriore consapevolezza della mancata adozione e quindi della totale carenza dei piani di Emergenza Regionale». 

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