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Facevano sparire i fascicoli in cambio di voti

Nei guai ex deputato regionale

Augusto Parboni e Andrea Ossino
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Voti in cambio di favori. Fascicoli spariti dall'ispettorato del lavoro. Sanzioni depennate. E ancora corruzione, promozioni e assunzioni in strutture pubbliche. In meno di quattro mesi l'ex deputato regionale siciliano Marco Forzese è passato dall'essere definito il “cavallo di razza” (parole di Pierferdinando Casini) dei Centristi per Micari a finire sul registro degli indagati della procura di Catania, raggiunto da un'ordinanza che gli impone di non allontanarsi dalla propria abitazione, proprio come l'ex consigliere comunale di Forza Italia, Antonino Nicotra. Perché al fianco di Forzese anche altre otto persone sono state indagate. “Corruzione”, recita l'accusa. C'è un dirigente dell'ispettorato territoriale del lavoro della città ai piedi dell'Etna, Domenico Amich, che, “previo concerto con Marco Forzese”, avrebbe fornito “indicazioni (a un imprenditore ndr) in modo tale da evitare di pagare le sanzioni irrogate”, inserendo la pratica “tra quelle smarrite per poi decidere di sopprimere il fascicolo in originale”. Il tutto per utilità: “La promessa consistente in pacchetti di voti in favore dello stesso Marco Forzese in vista delle regionali del 5 novembre 2017 (…) ricevendo inoltre per sé stesso dallo stesso Marco Forzese l'appoggio per la sua nomina a membro della Commissione di esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di consulente del lavoro della regione Sicilia”. Le carte raccontano di uffici pubblici asserviti alle esigenze di imprenditori violando i doveri “di imparzialità, obiettività, riservatezza professionale, trasparenza, onestà e integrità”. E poi ancora promesse, ricevute da Amich ed elargite da un direttore sanitario della Asp di Catania, “di agevolare l'assunzione a tempo determinato del fidanzato” della figlia di Amich, “prima presso il nuovo ospedale San Marco che sarà inaugurato nel quartiere Librino di Catania e, successivamente, presso un altro ospedale della stessa Asp di Catania”. Proprio così, l'ospedale doveva ancora essere inaugurato e i posti di lavoro erano già in vendita. Proprio come i pacchetti elettorali. In cambio quei “favori” piccoli e grandi. Falsi e corruzione per sopprimere cartelle. E ancora lavoratori in nero fatti sparire. Il tutto tra una cena politica “con Casini” (che nulla ha a che fare con l'indagine) e un incontro “con il presidente del Consiglio Comunale” di Castel di Iudica. Forzese era un punto di riferimento. “L'1 marzo 2018, alla vigilia delle consultazioni elettorali nazionali, Raffaele Lombardo (già presidente della Regione Sicilia e non indagato ndr) chiamava Marco Forzese chiedendogli un intervento su Castel di Iudica”. Si parlava di politica, ma anche di “assunzioni”. Forzese parlava e prometteva: “lo avrebbe segnalato al Presidente della regione Nello Musumeci per un incarico presso la presidenza Regionale”, si legge negli atti. Gli atti nei confronti di Amich sottolineano “il mercimonio sistematico e privo di remore delle sue funzioni perpetrato con abitualità (…) nonché la totale disponibilità a strumentalizzare le sue funzioni a beneficio dei politici in vista di utilità”. Capita se gli inquirenti ti ascoltano mentre spieghi a Raffaele Lombardo: “Lei può contare sempre su di me a qualunque livello, lei lo sa benissimo”. Il tutto, secondo un testimone, per avere la conferma di un incarico. Forzese invece viene descritto come un uomo “attivo nel coltivare clientele e crediti politici in previsione delle imminenti elezioni comunali di Catania”. 

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