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Aperta inchiesta sui selfie a Rigopiano

Turisti in fila per scattare fotografie. Area sotto sequestro ma in molti avrebbero oltrepassato le recinzioni

Angela Di Pietro
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I carabinieri indagano sulla pasquetta dell'orrore compiuta da centinaia di curiosi fra le macerie di Rigopiano. Un atto dovuto, dopo le polemiche corali sul lunedì dell'Angelo passato dai turisti giocando a pallone, improvvisando scampagnate e facendosi selfie davanti al mesto paesaggio che ancora porta i segni della tragedia, costata la vita a ventinove persone. Qualcuno dei presenti sarebbe già stato identificato. L'accertamento riguarda presumibilmente tutto il circo delle sconcezze registrate nell'area segnata dalla valanga mortale, abbattutasi sull'albergo del posto il diciotto gennaio di un anno fa. Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, ha commentato l'episodio con una dichiarazione icastica. «Provo ribrezzo», ha detto, condannando il turismo dell'orrore che non conosce pietas. Proprio Lacchetta, alla fine dell'estate scorsa, era stato oggetto di critiche arrivate dal presidente del comitato vittime di Rigopiano, Gianluca Tanda. L'amministrazione comunale aveva infatti imposto un divieto di bivacco nella zona circostante ai resti dell'hotel a partire proprio dalla fine di agosto. «Troppo tardi - aveva commentato Tanda - ne siamo allibiti. Ancora una volta è stata anteposta la voglia sfrenata di fare economia rispetto al nostro dolore. Il sindaco avrebbe dovuto muoversi prima contro i turisti del macabro. Lo avevo avvertito: quel posto sarebbe diventato una meta turistica». A Pasquetta le recinzioni c'erano. L'area è tuttora sequestrata. La Procura aveva garantito che sarebbero stati compiuti controlli. Quel giorno poi, qualcuno ha avvisato i carabinieri. Secondo la vox populi, sarebbero arrivati dopo un'ora. L'indagine dell'Arma è volta ad identificare, ove sia possibile, chi ha oltrepassato i limiti territoriali imposti dall'autorità giudiziaria e poi a vagliare gli accadimenti così come sono stati riferiti dai componenti del comitato vittime, presenti sul posto fra lo choc e l'impotenza. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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