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Pescara, Alessandro Neri ucciso da due colpi di pistola

La vittima Alessandro Neri

Tre possibili moventi alla base dell'omicidio

Daniela Cursi
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Due colpi di pistola esplosi da un'arma di piccolo calibro a distanza ravvicinata: uno all'emitorace; l'altro, mortale, alla testa. A rivelarlo, l'autopsia effettuata sul corpo di Alessandro Neri, il ventinovenne di Spoltore, trovato morto giovedì scorso, dopo tre giorni di ricerche, in un canale alla periferia sud di Pescara. Gli accertamenti svolti sul luogo del ritrovamento, unitamente all'autopsia, non sono per ora in grado di stabilire con certezza se Neri sia stato ucciso sul luogo del ritrovamento. Quel che è certo è che si tratta di una vera e propria esecuzione riconducibile a tre moventi: quello economico in ambito familiare, alla luce di contrasti con parenti di linea materna; quello inerente al mondo della droga, essendo emerse frequentazioni con dei  pregiudicati; e quello passionale. Nessuna pista è esclusa. Nessun iscritto è presente nel registro degli indagati. Gli investigatori stanno lavorando per ricostruire le ultime ore di vita del giovane: da quando ha lasciato la sua abitazione fino al ritrovamento del suo cadavere in periferia, passando per il recupero dell'auto in una via del centro. Prevista nei prossimi giorni l'analisi del tabulato del cellulare, ritrovato spento nella tasca del giubbotto della vittima. In itinere l'esame dalle telecamere della zona del centro dove è stata ritrovata la 500 rossa cabrio con la quale Neri si è allontanato da casa lunedì pomeriggio dopo aver riaccompagnato la madre dal supermercato. La chiave della macchina non è stata trovata in tasca a Neri. Da qui l'ipotesi: qualcuno l'ha guidata al suo posto e parcheggiata in via Mazzini.

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