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La rivolta contro gli slogan choc a Macerata: "La Boldrini condanni i cori"

Su Facebook i post di Fedriga, Meloni e Morricone

Carlo Antini
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«Ma che belle son le foibe da Trieste in giù». Questo è stato uno dei vergognosi cori che si è alzato durante la manifestazione antifascista di Macerata. Ma il corteo organizzato dai centri sociali non era contro la violenza e le discriminazioni? Chiediamo che il ministro Minniti intervenga immediatamente e operi subito una chiusura con relativo sgombero dei centri sociali facenti capo alle associazioni che hanno deturpato, offeso e infangato migliaia di vittime del comunismo titino. Mi auguro che questo appello sia lanciato anche dal Pd, da Boldrini, da Grasso e da Di Maio. Se così non fosse avallerebbero violenti negazionisti che vogliono cancellare la storia». Lo dichiara Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega alla Camera. Sulla questione va all'attacco anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e candidato premier, con un post su Facebook: «Al corteo antirazzista i centri sociali inneggiano alle foibe e non spendono neanche una parola di solidarietà verso Pamela, massacrata e fatta a pezzi a 18 anni. Ho deciso: sono ufficialmente razzista con questa gente». E Federico Mollicone, responsabile comunicazione di Fratelli d'Italia e candidato alla Camera dei deputati, scrive: «Sconcerto e vergogna per i cori sulle foibe che si sono levati dalla piazza di Macerata. Pensavamo che a manifestare fossero gruppi di antifascisti, il che già faceva sorridere così, e invece si sono tristemente rivelati per quello che sono: degli anti italiani che inneggiano all'odio comunista. Ci aspettiamo una veloce e netta condanna da parte di Liberi e Uguali e del suo leader Pietro Grasso, e che tutti coloro che si sono prodotti in questi squallidi e indecorosi cori vengano subito identificati e denunciati in forza della legge Mancino».

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