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Al corteo antifascista di Macerata cori choc sulle foibe

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I partecipanti sono circa diecimila

Carlo Antini
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Si è conclusa e anche in maniera pacifica, come avevano garantito gli organizzatori, la manifestazione antifascista e antirazzista organizzata a Macerata dai Movimenti. Una città blindata, con scuole e negozi chiusi, ha accolto un fiume di gente, circa 15mila persone, che hanno invaso le strade della città che da settimane vive sotto scorta. Il corteo è stato aperto dallo striscione "I movimenti contro ogni fascismo e razzismo". Diverse le realtà sociali provenienti da ogni parte d'Italia, ma anche tanti maceratesi, che alla fine sono scesi in piazza. In corteo anche le bandiere di Legambiente, Libera, Arci, Fiom, No Tav, Potere al popolo, Anpi, Prc. Tra i partecipanti l'europarlamentare Cecile Kyenge, Gino Strada di Emergency, l'ex direttore dell'Unità Sergio Staino, il giornalista Adriano Sofri, il deputato Pippo Civati, Nicola Fratoianni e il conduttore Diego Bianchi (Zoro). La manifestazione diventa, sul fronte politico, l'occasione per misurare quanto siano ampie le distanze nel centro-sinistra: aderisce LeU mentre non lo fa il Pd, e non lo fanno, Cgil e Arci. Neanche l'Anpi ci sarà, e parla di una scelta "sofferta ma ponderata e libera" legata ai timori del sindaco. L'associazione dei partigiani propone una iniziativa alternativa, per il 24 a Roma, alla quale Pd e Cgil assicurano da subito piena adesione. Ma un evento ha rovinato il clima sereno e pacifico. Un gruppo di manifestanti ha intonato alcuni cori contro le foibe. "Cori scandalosi, calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza", ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che proprio oggi ha partecipato alle celebrazioni del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza. Il coro, isolato, non è stato ripreso dal resto dei manifestanti. Oltre ai fascisti, i bersagli prediletti dei movimenti sono stati il Pd di Matteo Renzi e il ministro dell'Interno, Marco Minniti, definito "uomo della destra", "la testa d'uovo che fa sfilare i fascisti". Sono degenerati in scontri il corteo antifascista a Piacenza, e i due ritrovi paralleli di Casapound-Forza Nuova e antifascista a Torino, finito con un fermato proveniente dal ritrovo dei centri sociali.

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