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Omicidio di Yara Gambirasio, presentato il ricorso in Cassazione

La difesa di Massimo Bossetti confida nella Suprema Corte

Daniela Cursi
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Dopo due condanne all'ergastolo, la difesa di Massimo Bossetti confida nella Suprema Corte. E' recente la notizia del ricorso in Cassazione depositato presso il Tribunale di Como. Yara Gambirasio è deceduta, a tredici anni, il 26 novembre 2010. Oggi avrebbe 20 anni. E mentre i suoi compagni di classe sono cresciuti fino a diventare adulti, i genitori Gambirasio hanno vissuto un iter giudiziario che ancora oggi non si è concluso. LA MORTE DI YARA Era un giorno come un altro, quello che segna la sua scomparsa, il 26 novembre 2010. Yara esce dalla palestra del Centro Sportivo del suo paese ma a casa non arriva. Partono le ricerche, ma senza successo, finché il suo corpo viene ritrovato, tre mesi dopo, in un campo di Chignolo d'Isola, a circa 10 km da Brembate di Sopra. L'INDAGINE Da una traccia di codice genetico riscontrata sugli indumenti della vittima scatta subito un'indagine scientifica che ancora oggi è definita come la più grande d'Europa, per il numero di persone coinvolte: centinaia di DNA analizzati, migliaia di analisi e di comparazioni, che alla fine attribuiscono una parentela a “Ignoto 1”, nell'ottobre 2011. Viene infatti isolato il profilo genetico di Damiano Guerinoni: un suo aplotipo risulta uguale a quello di Ignoto 1. Ma non basta per parlare di coincidenza di DNA. Damiano Guerinoni - interrogato dagli inquirenti – ha inoltre un alibi perché nel periodo dell'omicidio si trovava in Perù con i suoi familiari. Viene scandagliata l'intera genealogia della famiglia Guerinoni fino al 1860 circa. Gli inquirenti scoprono che tutti i Guerinoni erano originari di Gorno, paesino distante decine di chilometri da Brembate Sopra. Ancora una scoperta: il DNA di Pierpaolo Guerinoni combacia con quello di Ignoto 1 per il 50%. Troppo poco per inchiodare l'assassino, ma abbastanza per intraprendere una strada più precisa. Direzione: il padre di Pierpaolo, Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno morto nel 1999. Viene estrapolato il suo Dna dal francobollo sulla sua patente e riesumata la salma. La procura ottiene quindi un riscontro: il Dna nucleare di Giuseppe Guerinoni ha tutti i marcatori uguali a quelli di Ignoto 1; lui era il padre biologico dell'assassino di Yara Gambirasio. Ma dove era il figlio illegittimo? IL MATCH CON IL DNA DI MASSIMO BOSSETTI Si cerca un figlio illegittimo, perché le analisi della procura sui figli di Guerinoni rivelano che il loro Dna mitocondriale (linea materna) è diverso da quello di Ignoto 1. Occhi puntati, dunque, sulle precedenti - nascoste - frequentazioni di Giuseppe Guerinoni. Dai test genetici condotti sulle donne della zona, si arriva a identificare la madre di “Ignoto 1”: Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti, muratore di Mapello. Per ottenere il suo DNA viene predisposto sul passaggio obbligato dell'auto di Bossetti, un finto posto di blocco delle forze dell'ordine per l'alcoltest. Soffiando nella cannuccia dell'alcoltest, l'uomo lascia così le tracce di saliva utili per ottenere il suo DNA. Ne risulta un'altissima compatibilità con il campione di DNA di “Ignoto 1” ottenuto dal sangue sugli slip di Yara Gambirasio. Il muratore viene arrestato il 16 giugno 2014, quasi 4 anni dopo l'omicidio della ginnasta. Segue la vicenda processuale che porta alla condanna all'ergastolo in primo e secondo grado  per Massimo Bossetti. A questo punto, la Cassazione potrebbe ribaltare tutto o confermare le sentenze. Quel che è certo è che metterà una volta per tutte la parola “fine” a un caso che da 4 anni divide l'opinione pubblica tra innocentisti e colpevolisti.

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