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Non solo giornali, ecco come cambiano le edicole

Stefano Liburdi
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Andare dal proprio edicolante e, insieme al quotidiano, richiedere un certificato, prenotare una visita medica, acquistare l'ingresso ad un museo. Restare al passo dei tempi che cambiano velocemente. Questo l'imperativo di chi opera nel settore dell'editoria, a qualsiasi livello di impegno. I tradizionali rivenditori del "cartaceo" non sono esenti da questo principio e corrono ai ripari. Dapprima le piccole e medie librerie hanno cercato un sistema di sopravvivenza magari creando un piccolo spazio al'interno del locale per la somministrazione. Ieri è stata la volta dei rivenditori di quotidiani e riviste. Comuni ed editori si sono riuniti per salvaguardare la rete delle edicole e trasformarla in rete di servizi al cittadino. Con questo obiettivo l'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, e la Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, hanno sottoscritto oggi a Roma un protocollo d'intesa. «La funzione dei quotidiani nel dibattito è fondamentale -commenta il presidente dell'Anci e Sindaco di Bari Antonio Decaro - sono infatti media che, mettendo a confronto opinioni ed analisi, esprimono diverse posizioni su temi di carattere generale e di attualità, consentendo all'opinione pubblica di approfondire l'informazione. Non si può ridurre la discussione ai soli, se pur utili, passaggi televisivi o ai post sui social network». Il presidente dell'Anci ha sottolineato poi l'utilità per i cittadini dell'ampliamento dei servizi che le edicole possono offrire. «Con l'accordo che abbiamo sottoscritto, si amplia l'offerta di beni e servizi distribuendola sul territorio, aumentando l'accesso dei cittadini».  «La profonda crisi che attraversa il settore dell'editoria quotidiana e periodica - ha dichiarato Maurizio Costa, presidente della Fieg - ha avuto pesanti conseguenze anche sulla rete di distribuzione della stampa. Le recenti novità legislative volte alla liberalizzazione del sistema distributivo della stampa e della vendita di giornali costituiscono una prima utile risposta per moltiplicare le occasioni di incontro tra i giornali e i lettori. Con il protocollo firmato oggi, insieme ai Comuni, si compie un ulteriore passo avanti: si avvia un percorso per riqualificare e ridefinire il ruolo e la funzione dei tradizionali punti vendita della stampa, favorendone l'ammodernamento e trasformandoli in luoghi al servizio della comunità locale». Il protocollo prevede la sensibilizzazione di tutte le amministrazioni comunali, a partire dai comuni capoluogo di regione/provincia, affinché: - riducano considerevolmente i canoni delle edicole per le occupazioni permanenti e temporanee di suolo pubblico ed esonerino dall'imposta le locandine editoriali dei quotidiani e dei periodici esposti nei locali pubblici; - diano agli edicolanti la possibilità di ampliare le categorie di beni e i servizi offerti ai cittadini e turisti (pagamento ticket, prenotazioni visite mediche, spedizioni e recapiti corrispondenza, eccetera), garantendo che la parte maggioritaria degli spazi del punto vendita sia comunque destinato all'esposizione e alla vendita della stampa; - promuovano iniziative volte ad assicurare una presenza capillare dei punti vendita della stampa, anche nelle aree periferiche; - individuino criteri volti alla liberalizzazione degli orari e dei periodi di chiusura dei punti vendita con l'obiettivo di garantire la presenza di rivendite di giornali in ogni momento possibile; - prevedano iniziative volte a riqualificare e ridefinire il ruolo e la funzione dei tradizionali punti vendita della stampa con politiche di sostegno per la ristrutturazione/sostituzione dei manufatti utilizzati per la vendita. Il protocollo prevede, inoltre, la costituzione di un tavolo bilaterale che valuterà le modalità delle iniziative previste dall'accordo e ne verificherà l'andamento.

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