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Ladri di biciclette crescono

Un affare che vale 86 milioni di euro all'anno

Maurizio Gallo
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L'ultimo episodio risale a ieri. Il teatro è stata la città di Firenze. Due carabinieri fuori servizio, che percorrevano via Ghibellina, una lunga strada che attraversa il centro, hanno notato un uomo vicino alle rastrelliere per le biciclette. L'hanno tenuto d'occhio per un po' e poi hanno visto che spezzava con una tronchese le catene di due bici, così sono intervenuti e l'hanno bloccato. L'arrestato è un fiorentino di 61 anni, vecchia conoscenza della polizia e con sulle spalle un divieto di dimora nel comune del capoluogo toscano. Ma quello di ieri, appunto, è l'ennesimo caso di un fenomeno in netta crescita. I ladri di biciclette, infatti, sono in aumento, ovviamente insieme con i furti. Ma la realtà è molto meno romantica e «neorealista» dell'omonimo film del '48 diretto da Vittorio De Sica. Il motivo? Il primo è l'aumento esponenziale del numero di «dueruote» in circolazione in Italia (e in Europa). Il secondo i loro prezzi, che, se si tratta di mezzi con la pedalata assistita, possono raggiungere anche i tremila euro. Nel 2011 in Italia sono state acquistate bici per un numero superiore alle 12 mila rispetto alle auto. Stesso trend nel 2012. Risultato: i ladri pullulano e i ciclisti tremano. Nel 2012 i furti nel Belpaese sono stati 320 mila, con un danno di 86 milioni di euro. E il fenomeno continua ad aumentare, passando in un decennio dal 2,5% al 3,8%. In base a un ricerca portata a termine di recente in Emilia Romagna ci sono sostanzialmente tre tipologie di ladri. Un terzo sono opera di vere e proprie bande ben organizzate e munite di furgoni per caricare una grande quantità di refurtiva; un altro trenta per cento di furti è commessa da tossicodipendenti alla disperata ricerca dei soldi per la dose quotidiana; infine ci sono i «professionisti» su commissione, che puntano una specifica bici per poi rivenderla soprattutto sulla Rete.

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