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Arriva la droga degli sciamani: a Roma c'è il raduno dell'Ayahuasca

Davide Di Santo
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La «droga degli sciamani» sbarca a Roma. È l'Ayahuasca, bevanda psicotropa il cui nome in lingua quechua vuol dire «liana dei morti», un allucinogeno potentissimo che induce visioni ora esaltanti, ora terrificanti. E che ha provocato anche la morte di numerosi occidentali. Gli indios dell'Amazzonia la usano da tempo immemore per i loro riti e la ottengono facendo bollire un particolare tipo di liana insieme ad altre piante. Ma grazie alla diffusione nel mondo di riti come il Santo Daime brasiliano e lo sviluppo del web l'infuso psicotropo, anche se vietato in alcuni Paesi, ha invaso l' Europa. Non solo tramite l'e-commerce. Dal 14 al 17 settembre, infatti, anche gli aspiranti stregoni della Capitale potranno abbandonarsi alle allucinazioni dell'Ayahuasca e di altri stupefacenti naturali come i funghi Bufo Alvarius e Kambo nel raduno internazionale organizzato dal santone new age Alberto José Varela. In un luogo comunicato soltanto agli iscritti (paganti). Ma cos'è questa «droga degli sciamani» che dall'Amazzonia ha conquistato gli ambienti borghesi eco-chic e le cricche dell'ascetismo olistico in salsa new age? Si tratta di un infuso, farmacologicamente attivo, ottenuto facendo bollire per diverse ore una liana, Banisteriopsis caapi, insieme ad altre piante come le foglie degli arbusti Psychotria viridis e Diplopterys cabrerana. Assumendola provoca dapprima nausea, vomito e diarrea. Dopo la «purificazione» cominciano le allucinazioni che possono durare anche tre o quattro ore. In Brasile chiamano bonariamente la Ayahuasca il «cinema degli indios» perché... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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