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Morgan De Sanctis rientra alla Roma tra gli insulti

Andrea Ossino
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"Punti il dito, firmi il verbale... Morgan De Sanctis lurido maiale". Non è iniziata bene la nuova avventura in giallorosso dell'ex portiere della Roma. Arrivato a Trigoria nei panni del team manager, l'ex numero 1 è stato accolto da scritte non proprio lusinghiere: "Morgan De Sanctis spione infame". Le esternazioni, evidentemente scritte da alcuni pseudo-tifosi e firmate "Roma", si riferiscono probabilmente alle dichiarazioni rese da De Sanctis agli uomini della Digos e al sostituto procuratore Eugenio Albamonte circa due anni fa. Gli insulti, le minacce, la violenza e gli sputi che avevano visto diversi giocatori della Roma indossare i panni delle vittime, erano stati proferiti in diverse occasioni. Episodi distinti che, secondo la procura di Roma, vedevano come protagonisti quattro ultras legati al gruppo "Padroni di Casa". Erano loro, ritengono gli inquirenti, ad aver “posto in essere, già a partire dall'inizio del 2015 – si legge negli atti - molteplici condotte criminose, dirette a creare disordini e a turbare l'ordinato svolgimento delle competizioni sportive in cui è coinvolta l'A.S. Roma, così contribuendo a intimidire i giocatori della squadra medesima". La sconfitta per 3 a 0 contro la Fiorentina in Europa League terminata con una protesta che costrinse i senatori della Roma ad andare a "placare" la curva sotto una pioggia di sputi, accendini e minacce. Il derby con la Lazio terminato con un pareggio (2-2) in cui venne ritrovata una macchina con all'interno un arsenale. E ancora le proteste in occasione della partita contro il Chievo e a Trigoria. La strategia dei tifosi ipotizzata dalla procura (il giudice per le udienze preliminari si esprimerà in autunno), si era manifestata in diverse occasioni. E la Digos, puntualmente, aveva verbalizzato le parole delle vittime, dei giocatori. "Al termine dell'incontro io e altri miei compagni di squadra – aveva dichiarato Francesco Totti – ci siamo recati sotto il settore della curva sud dove i tifosi avevano reclamato a gran voce la nostra presenza con ripetuti cori. Durante questo confronto siamo stati insultati e fatto oggetto di sputi, lancio di accendini e bottigliette di plastica", spiegava l'allora capitano negando categoricamente, proprio come aveva fatto De Rossi, di essere stato minacciato dai tifosi. Una versione alla quale gli uomini della Digos non avevano creduto molto visto che, nell'informativa, avevano annotato ad esempio che gli ultras avrebbero detto a De Rossi: "Ti veniamo a prendere sotto casa". E il calciatore avrebbe risposto: "A Casa no, vi prego". E così gli investigatori avevano parlato di "dichiarazioni palesemente omertose", di un "condizionamento psicologico": "il comportamento dei calciatori rientra in un clima di intimidazione, per la sopportazione di pesanti minacce anche personali, per non parlare degli sputi e del lancio di oggetti". Insomma secondo la Digos i calciatori erano reticenti. Tutti tranne uno: Morgan De Sanctis. Mi hanno gridato più volte napoletano di m... - aveva spiegato il portiere - mi sono sentito intimorito dalla veemenza con la quale i tifosi si sono rivolti verso di noi”. E ancora: "Pjanic venne colpito da un accendino". E così, nonostante il gip trovi tutte le testimonianze, la Digos ritiene che "solo il portiere Morgan De Sanctis appare esaustivo nella narrazione dei fatti, probabilmente anche in conseguenza dell'importante ruolo rivestito nell'assocalciatori e degli impegni assunti pubblicamente alcuni giorni prima della verbalizzazione”. Quindi, proprio per quel sentimento di legalità esternato dall'attuale team manager, i tifosi sono tornati a criticarlo. è probabile però che, dopo le nuove contestazioni, sul tavolo del sostituto procuratore Eugenio Albamonte, arriverà presto una nuova informativa che permetterà al magistrato di verificare se qualche reato è stato nuovamente commesso. Insomma, la stagione dell'abbattimento delle barriere negli stadi sembra iniziare in salita.

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