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È morto a Milano il cardinal Tettamanzi

Tettamanzi

Katia Perrini
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Si è spento, a 83 anni, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova dal 1995 al 2002 e di Milano dal 2002 al 2011 e segretario generale della Cei dal 1991 al 1995. In molti lo individuarono come papabile numero uno per la successione a Karol Wojtyla, nel 2005. Fu infatti un suo strettissimo collaboratore: da professore di teologia morale al seminario di Venegono Inferiore venne chiamato in aiuto da Giovanni Paolo II per la stesura di alcune encicliche, soprattutto per i temi riguardanti il matrimonio, la sessualità e la bioetica. Fu proprio il papa polacco a nominarlo cardinale, il 21 febbraio del 1998. Nato a Renate, in provincia di Monza e Brianza, Tettamanzi entra in seminario a 11 anni e viene ordinato prete a 23, per mano dall'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro cardinale e poi papa Paolo VI). Dopo essere stato docente di teologia a Venegono Inferiore, viene nominato rettore del Pontificio Seminario Lombardo di Roma nel 1987, lavorando anche al servizio della curia romana e della Cei. A 55 anni, Wojtyla lo nomina arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ricevendo l?ordinazione episcopale da Carlo Maria Martini. Lascia l?arcidiocesi a marzo del 1991, per la nomina a segretario generale della Cei. Quattro anni dopo arriva la nomina all'arcidiocesi di Genova, quindi la vicepresidenza alla conferenza dei vescovi italiani. Il 21 febbraio del 1998 arriva la porpora e l'11 luglio del 2002 l'investitura per la guida di una delle arcidiocesi più importanti d?Italia: Milano. Creò il Fondo famiglia lavoro e viene ricordato per gesti dal grande valore simbolico, che lo posero sempre dalle parte dei più deboli e delle minoranze, come la visita di Natale nel carcere di San Vittore. Nel 2010 si pose in prima linea nel dialogo interreligioso, lanciando la proposta di una moschea in ogni quartiere della città.

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