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Dux e Fascio? Sono marchi registrati

I simboli del Ventennio su gadget e vini all'Ufficio brevetti del Mise. Gli imprenditori difendono la loro scelta. E Fiano si piega: non sanzioneremo i brand

Grazia Maria Coletti
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«State attenti che ogni volta che scrivete "Littoria" dovete pagarmi, quel marchio è mio!». Ci scherza su lo scrittore Antonio Pennacchi. Ma ridendo e scherzando l' autore di libri di successo come "Il fasciocomunista" e "Canale Mussolini" dice la verità. E sì perché da "Boia chi molla» a «Dux» o «Il Duce», da soli o seguiti dal fascio littorio e l'aquila romana, non sono solo simboli e scritte riprodotte su souvenir in vendita su bancarelle o negozi nostalgici del regime fascista, ma sigle e loghi regolarmente depositati e registrati presso l' Ufficio brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo Economico. Marchi utilizzabili per commercializzare gli articoli più disparati, dall'abbigliamento ai gadget ai vini. Così emerge da una ricerca di AdnKronos a ridosso della querelle seguita alla proposta di legge per l'introduzione nel codice penale del reato di propaganda del regime fascista. Polemiche trascese negli insulti razzisti al promotore della legge, il deputato dem Emanuele Fiano. Spulciando nel database del Mise, è possibile imbattersi... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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