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Torino, una foto sbagliata e diventi terrorista

Scagionato l'uomo con lo zaino: altro che istigatore, era lì per aiutare. Per 24 ore tutta Italia ha dato la caccia a un innocente basandosi su un'immagine

Massimiliano Lenzi
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Sotto accusa per una notte. Come in una serie hollywoodiana. Il ragazzo che nel video di Torino - visto e rivisto sugli schermi di noi italiani - sembrava spaventare centinaia di uomini e donne attorno a sé quando, a torso nudo e con lo zaino in spalle, allargava le braccia in un gesto drammatico ed evocativo, come a dire (a prima vista) "tutto a posto, non abbiate paura", si è giustificato dicendo di aver voluto tranquillizzare quelli che avevano cominciato a scappare, attorno a lui, terrorizzati ma (mentre scriviamo) non si sa ancora bene da cosa. Neppure i cameraman che quel video lo hanno girato hanno saputo riferire cosa fosse accaduto prima. Niente. Così anche i sospettati fino a ieri sono stati lasciati andare via senza alcuna denuncia ufficiale. E la teoria della psicosi ingiustificata collettiva si è riaffermata come la tesi più credibile per i fatti di Torino. Nonostante siano arrivate centinaia di segnalazioni da parte degli spettatori che si trovavano in piazza San Carlo a Torino e che hanno dato ognuno una versione più drammatica dell'altra, con chi diceva di aver sentito delle urla, chi una voce che gridava "bomba", chi ancora degli scoppi violenti e via discorrendo. L'unico dato incontestabile resta ancora oggi il bilancio dei feriti: oltre 1500 di cui quattro - mentre scriviamo - ancora in gravi condizioni. Una concatenazione di cronache che ci pone il tema di una riflessione sul reale e sul virtuale assieme. La domanda, dopo la notte sotto accusa (sui media) passata da un ragazzo con la zaino, che dobbiamo porci è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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