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Cnr di Napoli, rubati i fondi della ricerca: 7 indagati

C'è anche il direttore generale, l'ipotesi di accusa è peculato. Perquisita la sede

Maria Grazia Coletti
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Sette indagati e perquisita la sede napoletana del Cnr. Si allarga l'inchiesta sull'utilizzo dei fondi per la ricerca. Nell'inchiesta è finito anche il direttore generale. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito perquisizione nella sede partenopea del Cnr. Si indaga per una ipotesi di peculato e ci sarebbero, a quanto si apprende, almeno otto indagati dopo il primo arresto due mesi fa. Secondo quanto si è appreso, uno degli indagati è il direttore generale, Massimiliano Di Bitetto, del quale i finanzieri hanno perquisito l'ufficio in uso. L'inchiesta verte su una gestione irregolare di fondi e su rimborsi ottenuti da dirigenti in base a note spese ritenute dagli inquirenti non veritiere. Spese allegre in telefonini e idromaggi con i soldi destinati alla ricerca.  L'inchiesta a metà marzo scorso ha portato all'arresto di Vittorio Guargiulo, segretario amministrativo dell'istituto Ambiente marino costiero del Cnr, per essersi appropriato in quattro anni di un milione di euro sottraendoli alle risorse del Cnr destinate alla ricerca. Soldi che Gargiulo avrebbe usato per viaggi e acquisti di beni per la sua casa e per la sua attività secondaria. L'uomo era in procinto di partire per l'Inghilterra ed è stato arrestato con un decreto di fermo disposto dal pm Ida Frongillo il 27 marzo. A dare il via agli accertamenti, la denuncia presentata dal direttore generale del Cnr, che aveva segnalato l'anomalia di una fattura per circa 32 mila euro che era segnata con la dicitura "materiali di consumo di laboratorio", in realtà riferita a giostre e giochi gonfiabili, presumibilmente destinati alla società di intrattenimento bambini che il funzionario del Cnr aveva parallelamente al lavoro presso l'istituto. «Massima disponibilità alla collaborazione alle indagini». È il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Massimo Inguscio, ad affermarlo a fronte «delle notizie apprese a mezzo stampa sulla svolta delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Napoli per presunti reati penali in danno del Cnr e della ricerca pubblica», un'inchiesta che oggi si è allargata con perquisizioni e sette indagati tra cui il dg dell'Ente. Inguscio, in una nota, ribadisce «la massima disponibilità alla collaborazione alle indagini, iniziate con una denuncia del 2015 da parte dell'Ente stesso» e conferma che «l'Ente adotterà rigorosamente tutti i provvedimenti del caso». Il presidente del Cnr ricorda che «è in atto un'operazione per garantire la massima trasparenza, efficacia e tempestività delle procedure amministrative, che ha compreso l'istituzione recente di una apposita Commissione composta da esperti di alto profilo».

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