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Papa Francesco: mi vergogno per la super-bomba di Trump

Davide Di Santo
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Una lunga conversazione a braccio con i ragazzi della Scuola della pace, l'iniziativa promossa dal Ministero della Pubblica istruzione, ha offerto a papa Francesco la possibilità di commentare senza peli sulla lingua l'iniziativa di Washington di sganciare la "Superbomba" sull'Afghanistan e i toni della campagna elettorale in Francia. "Io mi sono vergognato - ha detto il Papa - quando ho sentito il nome di una bomba, la hanno chiamata 'la madre di tutte le bombe'. La mamma dà vita e questa dà morte, e noi diciamo mamma a quell'apparecchio". "Sta crescendo è cresciuta e cresce tra noi - ha denunciato - una cultura della distruzione. E' vero, pensa ai migranti. I sociologi dicono che il dramma e il problema delle migrazioni è la tragedia più grande dopo la Seconda Guerra mondiale. Noi stiamo vivendo questo. Il mondo è in guerra, si bombarda e se ci sono sotto malati, bambini, questo non importa: va la bomba. A un certo punto non so cosa è successo: si distrugge tanto". "Certo - ha ammesso - non è una novità: è cominciata dall'inzio, con la gelosia di Caino, che suo fratello Abele lo ha distrutto col coltello lo ha ammazzato. Ma oggi c'è tanta crudeltà, oggi la vediamo nella tv, tutti i giorni. Oggi abbiamo visto sgozzare i bambini". Con altrettanta franchezza il Papa ha parlato del recente dibattito in Francia tra i due candidati all'Eliseo: la Le Pen e Macron. "Non lo dico - ha precisato - come Papa, ma come una persona che ha sentito, ma non visto, cosa è successo in un dialogo pre-elettorale: dove era il dialogo lì? Si buttavano delle pietre, non si lasciava finire all'altro, anche parole un po' forti". "Ma - ha osservato Bergoglio rivolto ai giovani presenti all'incontro di oggi - se a un livello così alto si arriva a non dialogare la sfida del dialogo tocca a voi".

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