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"Così per salvare gli immigrati rischiamo meningite e tbc"

Silvia Mancinelli
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Recuperati in mare, spesso strappati a trafficanti senza scrupoli e «tratti in salvo» da imbarcazioni che li vanno a prendere forse non senza interesse (vedi le accuse pesanti mosse ad alcune Ong dal procuratore di Catania). Gli immigrati sbarcano a migliaia nel Bel Paese con vestiti sudici e uno stuoino nel quale hanno passato le ore in viaggio. Sorridono sollevati, come raggiunta la Terra Promessa, al personale della Croce Rossa e ai poliziotti che per primi li accolgono e a malapena si fermano due, massimo tre secondi, davanti al medico che misura - non a tutti - la temperatura con un termometro laser a distanza. Se siano arrivati malati, se abbiano contratto infezioni o virus nei loro paesi d'origine o nella nave che li ha traghettati in Italia, non è dato saperlo. E l'unica difesa che hanno gli agenti che per primi se li ritrovano davanti è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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