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Migranti, il pm di Siracusa: non risultano legami tra Ong e trafficanti

Davide Di Santo
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Due procure vicine a livello geografico ma distanti anni luce sulla posizione nei confronti delle Ong che operano nel Mediterraneo. In audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ha detto che "al nostro ufficio non risulta nessun elemento investigativo che riguardi collegamenti obliqui o inquinamento nei rapporti con i trafficanti" a carico delle Organizzazioni non governative per il salvataggio dei migranti. Lo ha detto,  Esiste però, ha sottolineato, la consapevolezza di una differenza tra le diverse organizzazioni che operano: "siamo in grado di stabilire che c'è struttura e struttura, alcune si presentano con navi perfettamente equipaggiate, conformi ai codici di navigazione, e collaborano con la polizia giudiziaria, altre hanno navi meno soddisfacenti dal punto di vista delle dotazioni e non hanno un atteggiamento pienamente collaborativo". Ma questo, ha spiegato, "va interpretato non come ostacolo alle indagini o favoreggiamento di reati ma come atteggiamento 'ideologico', coerente con chi è più a favore dei migranti che della polizia giudiziaria". A lanciare l'allarme era stato Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania: "A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante - ha aggiunto Zuccaro - Si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l'economia italiana per trarne dei vantaggi".  "L'odiosa e strumentale polemica di queste settimane ci ha profondamente indignato. A preoccuparci non sono tanto le accuse alle Ong, ma il complessivo avvelenamento del clima in cui le autorità italiane e le Ong lavorano", denuncia il presidente di Medici senza frontiere Italia, Loris De Filippi, in audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato. "E' giusto che la Procura e la Magistratura siano vigili e assumano conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perché i migranti non siano doppiamente vittime. Però il fuoco politico indistintamente sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane - di fronte alle morti che sono passate a oltre 5 mila nel 2016 rispetto alle 3 mila del 2015 - con risorse di fondazioni bancarie e di privati, della società civile, è stato un atto ipocrita e vergognoso", è l'intervento di mons. Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione Cei.

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