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Promessa sposa a soli 15 anni, ragazzina tolta alla famiglia egiziana

Davide Di Santo
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Dopo essere stata promessa in sposa a un 25enne sconosciuto, una ragazza di 15 anni di Torino di origine egiziana si è rivolta alla polizia. Su disposizione del Tribunale dei minori è stata allontanata dalla famiglia e affidata a una comunità. Lo rende noto la polizia torinese. Festa di fidanzamento già pronta Nei giorni scorsi Rashida (nome di fantasia) studentessa torinese di origini egiziane ha telefonato al Servizio 114 Emergenza Infanzia per segnalare che i parenti la volevano dare in sposa contro la sua volontà ad un adulto sconosciuto e venticinquenne. Questa comunicazione, tramite l'ufficio Minori della divisione polizia anticrimine della Questura, è stata affidata al commissariato Barriera Milano che si è attivato contattando la scuola superiore dove la ragazzina frequenta il primo. I poliziotti, tra cui la dirigente, hanno ascoltato la minorenne che, alla presenza del preside, ha raccontato la sua storia. La giovane era stata promessa sposa: a casa sua tutto era già pronto per la cerimonia di fidanzamento che si sarebbe svolta di lì a tre giorni, la domenica seguente, compreso il banchetto nuziale e il vestito rosso acquistato direttamente dal promesso sposo. I tagli ai polsi La ragazzina in lacrime ha riferito alla polizia di essersi fatta un taglio ai polsi per manifestare il proprio dissenso e che avrebbe ripetuto questo gesto se l'avessero obbligata a fidanzarsi contro la sua volontà. La 15enne ha fatto anche sapere che la madre le aveva detto che non sarebbe più andata a scuola, perché ad una moglie l'istruzione non serve: è il marito che deve badare a lei e che l'avrebbe mandata in Egitto dalla futura suocera così non avrebbe più potuto ribellarsi. Vista l'imminente scadenza e il fatto che la giovane era sempre accompagnata dai parenti, non potendo uscire di casa da sola, i poliziotti si sono attivati, in accordo con il Tribunale dei minorenni, e hanno individuato, tramite l'ufficio Minori del Comune di Torino, una comunità idonea dove ospitare la giovane. La nuova vita di Rashida A distanza di qualche giorno gli agenti del commissariato sono andati a trovare Rashida in comunità e hanno potuto verificare che la giovane - fa sapere la Questura torinese - era felice e serena ed aveva anche ripreso ad andare a scuola accompagnata dagli educatori in quella classe dove aveva trovato la sua salvezza nell'amichetta e compagna di scuola Sofia (nome di fantasia) che, raccolte le sue confidenze, è stata le aveva prestato il suo telefono componendo il numero 114.

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