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Due valanghe in Val d'Aosta, tre sciatori morti a Courmayeur

In 18 travolti a Val Veny durante il fuoripista: le vittime sono due belgi e un torinese. Un'altra slavina a La Thuile: due superstiti salvati dal soccorso alpino

Davide Di Santo
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Due valanghe si sono staccate nella tarda mattinata e primo pomeriggio in Val d'Aosta. In un caso ci sono state vittime: tre sciatori sono morti in Val Veny, comune di Courmayeur, dove la valanga avvenuta alle 12.40 in località Plan de la Gabba ha interessato il canalone La Visaille. Le vittime sono due belgi e un torinese. Altri cinque sciatori sono rimasti feriti, due di loro sono in gravi condizioni. Al momento non sono note le nazionalità delle tre vittime, si attende - attraverso i documenti di identità personali e le testimonianze di chi era con loro - di procedere alla segnalazione ai congiunti e quindi al riconoscimento ufficiale. Nell'altra valanga, avvenuta alle 14 nella zona del Col Croce, tra i Comuni di Morgex e la Thuile, nessuna conseguenza per due scialpinisti che sono rimasti sepolti ma ben presto individuati e tratti in salvo dal Soccorso alpino. All'origine del distacco nevoso avvenuto in zona Plan de la Gabba c'è il rialzo termico - spiega il responsabile del Soccorso alpino valdostano, Adriano Favre - la neve recente non ha fatto presa con quella vecchia e quindi ecco determinarsi la valanga con uno strato di 40-50 centimetri che ha anche superato un salto di rocce. I soccorsi sono stati immediati, sul posto sono intervenute decine di persone tra soccorso alpino, militari della Guardia di Finanza, addetti delle forze di polizia, del Corpo valdostano dei vigili del fuoco e del 118 e della protezione civile regionale. Impiegati anche due elicotteri della Protezione civile valdostana, un elicottero del 118 piemontese, medicalizzato e con una unità cinofila. Purtroppo per tre degli otto sciatori coinvolti - non appartenenti tutti allo stesso gruppo - non c'è stato nulla da fare. La massa nevosa ha trascinato tutti verso il basso, anche contro il salto di rocce che era sul percorso, e questo ha provocato politraumi. Erano tutti sciatori esperti - aggiunge il responsabile del soccorso alpino valdostano - muniti di apparecchiature di segnalazione e di quanto altro serva per la sicurezza. Anzi proprio questo ha indotto a considerare definitivo il bilancio di tre vittime e cinque feriti, perché dalla zona dove poi la massa nevosa ha concluso la sua corsa verso il canalone non sono più arrivati segnali di apparecchiature Arva che facessero pensare ad altre persone rimaste sepolte. E neppure le unità cinofile subito impiegate hanno trovato altre tracce oltre quelle che già avevano portato al recupero delle 8 persone. Come pure non si hanno notizie o allarmi da parte di qualche albergatore o parenti e amici per mancati rientri. Il punto dove è avvenuto il distacco nevoso è a una quota intorno ai 2000 metri, il rialzo termico di questi giorni ha fatto la sua parte, ovvero non si è determinata la compattezza tra vecchia e nuova neve. Ma non si esclude che anche qualche passaggio fuoripista - non si sa ancora da parte di chi, ovvero se ha visto coinvolti gli stessi poi trascinati a valle - possa aver favorito il distacco della massa nevosa. Oggi in Val d'Aosta il rischio valanghe era indicato come "marcato" (livello 3 su una scala di 5) a causa degli accumuli nei canaloni di neve fresca e di neve portata dai forti venti in quota.

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