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Il parroco ai funerali di Italo ucciso per vendetta: "Basta odio"

Silvia Sfregola
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"Il tuo sorriso resterà sempre nei nostri cuori". Questa la scritta apparsa su uno striscione a Vasto, in provincia di Chieti, nei pressi della chiesa dove questa mattina si sono tenuti i funerali di Italo D'Elisa, il 21enne ucciso mercoledì scorso con tre colpi di pistola davanti a un bar della cittadina abruzzese da Fabio Di Lello, 34 anni. La vittima, l'estate scorsa, aveva investito e ucciso a un semaforo Roberta Smargiassi, la moglie di Di Lello, che da mercoledì è rinchiuso nel carcere di Torre Sinello, dopo essersi costituito ai carabinieri. Centinaia le persone che hanno partecipato alla celebrazione del rito funebre di D'Elisa (nella foto) nella chiesa di Santa Maria del Sabato Santo, a Vasto. Il corteo, partito dall'ospedale, dove era stata allestita la camera d'ardente, si è gonfiato man mano. Tanta commozione in piazza. Si è messo la mano sul cuore il parroco della cittadina durante l'omelia. "Si fermi - ha auspicato - questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Non si può andare avanti con l'odio. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso". "È qui presente il fratello di Roberta", ha detto alla gente che ha affollato la chiesa. E poi: "Queste morti riportino nella nostra comunità un po' di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato", ha concluso il parroco che ha portato anche le condoglianze alle famiglie di Lello e Smargiassi. Intanto, Di Lello si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio è avvenuto questa mattina nel carcere di Torre Sinello, davanti al gip Caterina Salusti. Al giovane, difeso anche dall'avvocato Giovanni Cerella, la Procura ha contestato il reato di omicidio volontario con premeditazione. Mentre proseguono le indagini dei carabinieri, che hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza del cimitero, in cui c'è la tomba della moglie e dove l'uomo è andato anche mercoledì, dopo i quattro colpi di calibro 9 sparati per uccidere D'Elisa.

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