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Dalla Siria alla Palestina, il Papa invoca la pace: "Troppo sangue, ora via ai negoziati"

Papa Francesco

Silvia Sfregola
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Dalla Siria alla Colombia, passando per Medio Oriente e Africa con il pensiero rivolto ai più fragili, a cominciare dai bambini. Nella benedizione Urbi et Orbi, davanti a 40mila fedeli riuniti in piazza San Pietro, il Papa chiede per tutti pace e amore. Proprio nell'amore risiede "il potere di Dio" sottolinea in apertura del messaggio di Natale: "È il potere che ha creato il cielo e la terra, che dà vita ad ogni creatura - dice - ai minerali, alle piante, agli animali". L'annuncio di Papa Bergoglio "vuole raggiungere tutti i popoli, specialmente quelli feriti dalla guerra e da aspri conflitti e che sentono più forte il desiderio della pace". E così il Pontefice fa un lungo elenco dei Paesi martoriati da guerre e altre calamità a cominciare dalla Siria, "dove troppo sangue è stato sparso - dice - soprattutto nella città di Aleppo, teatro nelle ultime settimane di una delle battaglie più atroci". "È quanto mai urgente che si garantiscano assistenza e conforto alla stremata popolazione civile, rispettando il diritto umanitario - aggiunge - È tempo che le armi tacciano definitivamente e la comunità internazionale si adoperi attivamente perché si raggiunga una soluzione negoziale e si ristabilisca la convivenza civile nel Paese". Papa Francesco pensa anche "all'amata Terra Santa, scelta e prediletta da Dio", e auspica che "israeliani e palestinesi abbiano il coraggio e la determinazione di scrivere una nuova pagina della storia, in cui odio e vendetta cedano il posto alla volontà di costruire insieme un futuro di reciproca comprensione e armonia". "Unità e concordia" vengono invocate per tutti i Paesi colpiti da conflitti e terrorismo: dall'Iraq, alla Libia e lo Yemen, e poi, ancora la Nigeria, il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. Un pensiero anche all?Ucraina orientale, "dove è urgente una comune volontà nel recare sollievo alla popolazione e dare attuazione agli impegni assunti", dice il Papa poco prima di ricordare il bisogno di "riconciliazione", anche per Colombia e Venezuela, e la necessità di superare le tensioni in Myanmar e penisola coreana. Poi Papa Francesco dedica un pensiero alle vittime del terrorismo "che ha seminato paura e morte nel cuore di tante città" e, dopo parole rivolte alla difesa di poveri, migranti e a tutti coloro che "soffrono per le ambizioni economiche di pochi e l'avida ingordigia del dio denaro che porta alla schiavitù", rivolge un augurio speciale a quanti hanno perso ciò che avevano a causa del terremoto. Infine l'abbraccio simbolico a tutti i bimbi del mondo "soprattutto a quelli privati delle gioie dell'infanzia a causa della fame, delle guerre e dell'egoismo degli adulti". Per loro, e non solo, si lavori per la pace, è il monito al centro della benedizione di papa francesco. Perché solo così "c'è la possibilità di un futuro più prospero per tutti".

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