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L'arte della sigmasofia: quando l'integrazione diventa autocoscienza

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Tutto ruota intorno alla ricerca interiore e scientifica, l'ecologia, formazione e arte, sociale e diritti umani.

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Quando l'integrazione diventa autocoscienza, anche un mimo può riassumere la sigmasofia. Pochi sanno della sua esistenza. Ma per la capacità di vigilare sulle persone socialmente svantaggiate, è stata riconosciuta “testimonial Unicef”. Pensiero suggellato nell'Associazione Sigmasofia Onlus, fondata da Nello Mangiameli, autore del “Manifesto della Coscienza e della Conoscenza Olistico-Autopoietica” e della SToE (Sigmasophy Theory of Everythingh), questo "metodo" trasforma alcuni temi in strumento per promuovere una nuova visione dell'esistenza ecologica e olistica. Tutto ruota intorno alla ricerca interiore e scientifica, l'ecologia dentro e fuori di noi, formazione e arte, sociale e diritti umani. Messi insieme, questi ingredienti portano dritti all'arte autopoietica, ossia la creatività autocreata: nata una costola di questo stile di vita che trasforma il volontariato in uno specchio per conoscersi, misurarsi, contribuire a migliorare le sofferenze altrui, aiuta a superare i propri dolori. È accaduto a Espedito, che ha gravi problemi fisici, ma è riuscito a dare un contributo favoloso attraverso la sua attività giullaresca, ai bambini malati. Alessandro Ferrara ne parla nel suo libro "Sigma-Art" dove forte è il rifiuto delle “categorie” di persone, perché? “Perché le categorie sono un'invenzione umana. Nella realtà non esistono minori a rischio, disabili, extra comunitari e quant'altro, perché sono frutto di una società che tende a escludere, quando dovrebbe fare il contrario. La società potrebbe arricchirsi e crescere in misura mai vista prima, aprendosi ad una nuova visione dell'esistenza in cui non esistono separazioni e distinzioni. Tutto ciò che facciamo agli altri in realtà lo facciamo a noi stessi”. Dice Ferrara che affida la chiusa del libro al Bacio di Thanathos. “Perché la morte è una trasformazione e fa parte del nostro quotidiano; moriamo ogni volta che dobbiamo abbandonare o cambiare qualcosa nella nostra vita e temiamo ciò che non conosciamo”. Ma chi crede la Sigmasofia sia assistenzialismo pensa male. Lo sanno gli scugnizzi e i super-abili che hanno ricevuto dai volontari del gruppo un aiuto per auto-realizzarsi. È ovvio che, se agli scugnizzi napoletani vengono insegnate le tecniche circensi e teatrali, quando non c'è un mercato per loro, si danno strumenti che non risolvono le problematiche che li portano ad essere inglobati nella criminalità organizzata. Eppure insegnargli la professione di trampolieri, mimi, attori, giocolieri, mangiafuoco e giullari è un modo per integrarli. Anche se la società dovrebbe tenere a mente che “l'altro è una parte di noi e che qualsiasi azione rivolta all'altro, la si rivolge in realtà a se stessi”.

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