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Tomba di Priebke Duello sul segreto

Il legale: il luogo potrebbe essere rivelato Comunità ebraica: se viola i patti reagiremo

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La guerra di Erich Priebke è finita settant'anni fa ma quella sulla sua sepoltura continua anche a dieci giorni dalla morte. A combattere in prima linea c'è Paolo Giachini, legale e tutore dell'ex capitano delle Ss condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine. L'avvocato ieri ha cantato vittoria. «Nessuno ci ha messo i piedi in testa, né le autorità né la comunità ebraica - ha dichiarato più volte nel corso della giornata - Non è una vittoria per noi, quanto la vittoria della civiltà sulla barbarie. Ci siamo battuti contro i divieti delle autorità e chi ha preso a calci la bara. Sapevamo di avere dei nemici, ma non pensavamo fino a questo punto. Adesso la famiglia Priebke ha avuto quello che voleva e che le spettava: il rispetto della salma e il diritto al funerale». Il nodo resta il luogo della sepoltura. Il feretro dell'ex Ss sarebbe in partenza per un luogo segreto in Germania o in Italia. «La Comunità ebraica voleva fargli fare la fine di Bin Laden, con le ceneri disperse in mare - ha continuato Giachini - Il segreto professionale mi impedisce di rivelare quando la salma lascerà Pratica di Mare né dove sarà trasferita. La venerazione, però non è qualcosa di fisico. Chi vorrà potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana». Insomma, la località scelta potrebbe presto non essere più segreta. «In accordo con le autorità la famiglia ha scelto il totale riserbo ma è possibile che in futuro possa cambiare idea, anche perché una tomba in luogo ignoto non è da Paese civile. Non è da escludere, poi, che la notizia esca lo stesso. La Pubblica amministrazione italiana non brilla certo per segretezza. Si pubblicano le intercettazioni di Berlusconi...». L'avvocato ha poi diffuso una nota per ringraziare il prefetto di Roma «che si è impegnato a trovare una soluzione, anche se ci aveva impedito i funerali a Roma e ad Albano». A scrivere a Giuseppe Pecoraro sono stati anche i figli dell'ex ufficiale tedesco, Jorge e Ingo. «C'è stato un accanimento contro nostro padre - si legge nella lettera - ora cali il silenzio, ci sia il massimo riserbo sul luogo della sepoltura». A chiedere silenzio è anche Riccardo Pacifici. Per il presidente della Comunità ebraica romana l'avvocato di Priebke «sta solo cercando visibilità - ha detto da Auschwitz, dove si sta svolgendo il Viaggio della Memoria dei liceali di Roma - La cosa migliore è far calare il silenzio. In questa vicenda ha vinto la democrazia. Il nostro è uno stato di diritto - ha continuato Pacifici - Qualunque violazione degli accordi presi con la prefettura avrà sicuramente conseguenze». Il riferimento è alla possibile rivelazione del luogo della sepoltura dell'ex ufficiale che potrebbe così diventare un macabro luogo di culto per neonazisti.«La guerra di Giachini è persa in partenza, non si illudesse», è l'avvertimento di Pacifici. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha usato espressioni analoghe per commentare le parole dell'avvocato di Priebke. «Non si illudano ora i provocatori di professione che sperano in un'occasione di notorietà e di farneticazioni negazioniste - ha detto il presidente dell'Ucei - Qualsiasi manifestazione di omaggio sarebbe, anche dopo la sepoltura di questo criminale, un intollerabile affronto alla memoria di coloro che caddero nella lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo e troverà la ferma opposizione degli ebrei italiani e di tutti gli italiani che credono nei valori della Repubblica». La guerra continua.

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