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Lapo Elkann shock: «A 13 anni violentato in collegio»

Milano, Lapo Elkann passeggia in via Montenapoleone

«Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto....

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«Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto. Li ho subiti». Lapo Elkann, figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann, e nipote dell'avvocato Agnelli, si racconta in una lunga intervista al Fatto Quotidiano e parla anche di aspetti della sua vita che non aveva mai svelato prima. Dalla decisione della famiglia di farlo studiare in un collegio gesuita per i problemi di dislessia alla sua esperienza da militare a Cuneo che è finita a botte con un commilitone. Ma soprattutto gli abusi sessuali. «Altre persone che hanno vissuto cose simili non sono riuscite ad affrontarle. Il mio migliore amico, che era in collegio insieme a me per quasi 10 anni si è ammazzato un anno e mezzo fa», dice ancora Elkann. «Voglio che questa storia serva a qualcuno - spiega - Sto pensando a una fondazione. Parlare è giusto, ma facendo qualcosa di utile, di positivo». Ma sulla rivelazione choc del nipote dell'Avvocato arriva subito la smentita da parte del delegato per le scuole della Provincia d'Italia della Compagnia di Gesù, Vitangelo Denora. «Siamo molto vicini a Elkann - dice - Preghiamo per lui con tutto il cuore e condanniamo con ogni fermezza gli abusi. Per chiarezza e completezza di informazione ci sentiamo però di dover escludere che abbia mai studiato in uno dei nostri collegi in Italia né dopo aver compiuto verifiche in uno degli istituti della Compagnia presenti nel mondo». Lapo nella sua intervista fiume parla anche di politica del declino del Cavaliere: «Ammetto che io Berlusconi, nel '94, l'ho votato. Nel suo lavoro aveva creato slancio e pensavo potesse replicare lo stesso schema in politica. Poi molto di quel che era stato promesso non è stato fatto e io non l'ho votato più. Come imprenditore e italiano il mio scopo non è dimenticarmi delle tasse. Guadagno e sono contento di pagarle. Poi Berlusconi che pure non è un mio amico, non mi sta affatto sulle palle. Non partecipo al tiro al bersaglio». «Non faccio il radical chic, né fingo di essere comunista o di sinistra. Di principe rosso ce n'era uno e si chiamava Carlo Caracciolo. Fantastico e inimitabile, ma io sono diverso. Oggi governano Letta e Alfano, il parricida. Possono fare un buon lavoro e anagraficamente, il tempo è dalla loro parte. Quando c'è stato lo show down nel Pdl, ho cercato il numero di Alfano: «Lei ha dato prova di avere grandi coglioni» gli ho detto. Poi Elkann, che smentisce di aver votato per Grillo, parla anche di Renzi. «Mi pare uno che si comporta nello stesso modo che abbia davanti un cameriere o il presidente della Repubblica. Un atteggiamento che mi piace. Troppo facile giocare a fare il duro con chi lavora per te, meno semplice farlo con chi ha più capacità, intelligenza di te».

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