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Il Papa: il diavolo vuole una guerra civile in Vaticano

Udienza generale del Papa

Francesco ha celebrato la Messa per la Gendarmeria e ha chiesto di vigilare contro la tentazione delle chiacchiere che provoca divisioni. A S. Marta ha invocato la grazia di non fuggire davanti alla Croce

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Doppia celebrazione eucaristica oggi per Papa Francesco, come un semplice parroco. La prima è stata nella consueta cornice di S. Marta. Come riferisce la Radio Vaticana, nell'omelia il Pontefice, commentando il vangelo, ha parlato della paura della Croce che avevano i discepoli. «Ma non solo i discepoli, non solo Pietro, lo stesso Gesù aveva paura della Croce! Lui non poteva ingannarsi, Lui sapeva. Tanta era la paura di Gesù che quella sera del giovedì ha sudato il sangue; tanta era la paura di Gesù che quasi ha detto lo stesso di Pietro, quasi... "Padre, toglimi questo calice. Si faccia la tua volontà!". Questa era la differenza!». Una Croce che si presenta anche nell'evangelizzazione, che mette paura ma che fa parte della vita dell'uomo: «Forse noi pensiamo, ognuno di noi può pensare: E a me, a me cosa accadrà? Come sarà la mia Croce?. Non sappiamo, ma ci sarà! Dobbiamo chiedere la grazia di non fuggire dalla Croce quando verrà: con paura, eh! Quello è vero! Quello ci fa paura. Ma la sequela di Gesù finisce là». La seconda Messa Papa Francesco l'ha celebrata nella Grotta di Lourdes, nei giardini vaticani, per il corpo della Gendarmeria che domani festeggia il patrono San Michele. E, usando anche con un po' di ironia, ha messo in guardia da un nemico diverso da quello a cui si poteva pensare: la chiacchiera, arma del diavolo per seminare divisioni anche all'interno del Vaticano. «Qualcuno di voi - ha detto il Papa - potrà dirmi: Ma, padre, noi come c'entriamo qui col diavolo? Noi dobbiamo difendere la sicurezza di questo Stato, di questa città: che non ci siano i ladri, che non ci siano i delinquenti, che non vengano i nemici a prendere la città. Ma, anche quello è vero, ma Napoleone non tornerà più, eh? Se ne è andato. E non è facile che venga un esercito qui a prendere la città. La guerra oggi, almeno qui, si fa altrimenti: è la guerra del buio contro la luce; della notte contro il giorno. Francesco ha chiesto «non solo di difendere le porte, le finestre del Vaticano» ma anche «le porte del cuore» di chi lavora in Vaticano: «C'è una tentazione... Ma, io vorrei dirla – la dico così per tutti, anche per me, per tutti – però è una tentazione che al diavolo piace tanto: quella contro l'unità, quando le insidie vanno proprio contro l'unità di quelli che vivono e lavorano in Vaticano. E il diavolo cerca di creare la guerra interna, una sorta di guerra civile e spirituale, no? È una guerra che non si fa con le armi, che noi conosciamo: si fa con la lingua. Chiediamo a San Michele - ha concluso - che ci aiuti in questa guerra: mai parlare male uno dell'altro, mai aprire le orecchie alle chiacchiere. E se io sento che qualcuno chiacchiera, fermarlo! Qui non si può: gira la porta di Sant'Anna, va fuori e chiacchiera là! Qui non si può!».

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