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La Concordia riemerge dalle acque del Giglio

Costa Concordia, conto alla rovescia per la rotazione

Dopo un paio d'ore i primi effetti visibili, per la conclusione delle manovre ne serviranno almeno 12

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Sono iniziate con circa tre ore di ritardo, intorno alle 9, a causa del maltempo le operazioni di rotazione del relitto della Costa Concordia all'Isola del Giglio, il cosiddetto «parbuckling». Già dopo circa un paio d'ore si sono visti i primi effetti. «Saranno necessarie 6-7 ore per rimettere la nave in posizione - ha spiegato l'ingegnere Segio Girotto, responsabile del progetto di rimozione della Micoperi per la rimozione del relitto - Il resto del tempo sarà dedicato alle verifiche». In tutto l'operazione dovrebbe durare circa 12 ore. «Sono state completate tutte le verifiche preliminari e abbiamo iniziato il tiro con i martinetti - ha spiegato questa mattina l'ingegnere - Si parte da 2.000 tonnellate con un incremento di 200 tonnellate. Un primo risultato si dovrebbe avere intorno alle 4.000 tonnellate». Sulla plancia di controllo vi sono 11 tecnici, tra cui un ingegnere tedesco donna, che ha curato la parte elettronica. «Nella prima fase dovremo verificare la rispondenza tra le forze in campo e la risposta dello scafo - ha continuato Girotto - Durante le prove la Concordia si è mossa di circa 10 centimetri, ma non si è staccata dalla roccia. Il distacco è uno degli elementi più incerti, anche se la fase critica è tutta l'operazione in sé». Poco dopo le 14 è arrivata la conferma che la Concordia, che prima era adagiata sulla fiancata, ora poggia sul ginocchio, che in termine marinaresco indica lo spigolo della chiglia. La nave poco dopo mezzogiorno si è staccata dalle rocce in cui era incagliata. La conferma è arrivata dalle immagini delle telecamere subacquee robotizzate. «È accaduto con un movimento dolce e senza alcuno strappo» ha spiegato Girotto. Il ginocchio della nave poggia sul fondale che è stato livellato con sacchi di malta. Costanti le verifiche ambientali, che prevedono la collaborazione di università e istituti. «Le analisi - afferma una nota della Protezione civile - indicano che lo stato delle acque dell'Isola del Giglio è buono, in linea con quello delle acque della Toscana, e che non è stato registrato alcun danno rilevante all'ecosistema marino esterno all'area di cantiere». Per fare queste valutazioni si è ricorso non solo ad analisi tradizionali, ma ci si è avvalsi anche di metodi più sofisticati, come esami su mitili, ricci e sulle specie ittiche del luogo che, prelevate periodicamente a campione, sono risultate prive di contaminazioni rispetto ai loro simili residenti nelle altre zone della costa. Anche i recenti cicli di campionamento delle acque interne al relitto non hanno destato particolari preoccupazioni. In ogni caso, come misura di precauzione, al fine di prevenire qualsiasi danno per l'ambiente marino, prima della fase di rotazione della nave sono stati aspirati circa 4.000 metri cubi di acqua, in corrispondenza della zona delle lavanderie e delle cambuse. Impegnati anche i tecnici dell'agenzia regionale, Arpat, per le campionature in mare sotto corrente rispetto al relitto e a 100 metri di distanza, grazie ai natanti della Capitaneria. Da Porto S. Stefano partirà quindi il battello oceanografico di Arpat Poseidon che effettuerà le analisi marine fuori dall'area regolamentata. Domani l'Arpat prevede di proseguire i monitoraggi in modo analogo, salvo eventuali adeguamenti del programma per novità intercorse, afferma il dirigente dell'agenzia ambientale regionale Marcello Mossaverre. Nella tragedia della Concordia persero la vita 32 persone, due corpi non sono mai stati recuperati.

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