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Arrestato il «Pablo Escobar» italiano

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Il boss della 'ndrangheta Roberto Pannunzi è uno dei più pericolosi narcotrafficanti. È stato catturato in un centro commerciale di Bogotà. Era evaso due volte dai domiciliari dove si trovava per motivi di salute. Già espulso, arriverà in Italia questa sera

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Era uno dei latitanti più ricercati, un autentico signore della droga. Il boss della 'ndrangheta Roberto Pannunzi, definito su twitter dal ministro della Difesa colombiano il «Pablo Escobar» italiano, è stato arrestato in un centro commerciale nel nord di Bogotà, in Colombia. Secondo quanto riferisce la stampa colombiana, Pannunzi è stato arrestato giovedì nel centro commerciale Santa Fe. Al momento dell'arresto il boss ha esibito un documento di identità venezuelano che riportava il nome di Silvano Martino. Su di lui grava un ordine di cattura dell'Interpol e della magistratura italiana. Dopo aver appreso dell'arresto, il ministro della Difesa Juan Carlos Pinzon, si è congratulato con le unità speciali dell'esercito che hanno arrestato Pannunzi, sottolineando che il boss sarebbe responsabile di un traffico di almeno due tonnellate di cocaina al mese e avrebbe legami anche con la mafia turca. Legato ai Macrì di Siderno, Pannunzi è ritenuto uno degli esponenti di rilievo della 'ndrangheta, che tiene i contatti con Cosa Nostra e Cosa Nostra americana e che contratta alla pari con il cartello di Medellìn, tanto che avrebbe fatto sposare suo figlio con un esponente del cartello per rafforzarne i legami. Proprio a Medellin, nella zona di El Poblado, il boss era stato catturato nel 1994. Estradato in Italia, evase nel 1999 dalla clinica privata dove era stato ricoverato per motivi di salute. Arrestato di nuovo a Madrid insieme al figlio Alessandro nel 2004, Pannunzi riuscì a evadere una seconda volta sempre nello stesso modo: l'8 aprile 2010 si rese latitante mentre era agli arresti domiciliari per motivi di salute. Roberto Pannunzi arriverà in Italia già questa sera. «Siamo riusciti a ottenere l'espulsione, grazie anche alla credibilità della magistratura italiana nei confronti dei colleghi colombiani. E' il più grande importatore di cocaina al mondo», ha commentato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri che ha seguito in prima persona l'indagine per la cattura del narcotrafficante di origini calabresi.

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