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Colpo di fucile contro il carcere di Viterbo

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Il proiettile ha scheggiato il vetro di una garitta esterna. Illeso l'agente della Penitenziaria impegnato nel servizio di controllo. La solidarietà dei sindacati

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Misterioso episodio in Strada SS. Salvatore, a Viterbo. Un colpo di arma da fuoco è stato esploso contro il muro di cinta del carcere, dove sono reclusi detenuti al 41 bis. Il colpo, sparato da un fucile, ha scheggiato il vetro antiproiettile della garitta di vedetta n. 7, dove staziona l'agente di servizio, rimasto illeso. Immediatamente è scattato l'allarme e sono scattate le indagini. «Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al personale di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Mammagialla, a Viterbo, dove una delle garitte esterne al carcere è stata colpita da un colpo d'arma da fuoco, fortunatamente senza investire l'agente di sorveglianza»: lo ha dichiarato in una nota il segretario nazionale dell'Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, spiegando che «la Polizia Penitenziaria di Mammagialla opera in forte carenza d'organico, nonostante l'invio di diverse unità e con una media di circa 700 detenuti ristretti di cui oltre 50 di cosiddetta "massima sicurezza". Si tratta di una situazione di tensione significativa proprio in questo reparto - continua - in cui i reclusi, al momento dell'accaduto, usufruivano dei colloqui con i loro familiari». «Il colpo di fucile contro il muro di cinta del carcere di Viterbo è sicuramente un brutto segnale che giunge agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria» ha invece affermato Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. «Deve far riflettere - aggiunge Capece - coloro che vogliono stringere patti di responsabilità con i detenuti in carcere. È la filosofia del capo del Dap Tamburino e del suo vice Pagano, che tendono ad abbassare i livelli di sicurezza degli istituti attraverso la vigilanza dinamica, mettendo a rischio l'incolumità dei baschi azzurri».

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