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Lazio, pozzi avvelenati da un'insensata guerra intestina

Nonostante i prezzi bassi, l'Olimpico fatica a riempirsi: venduti solo 15.000 biglietti

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Manca ancora un giorno, l’operazione simpatia lanciata dalla Lazio non sembra aver centrato l’obiettivo. Di flop non si può parlare per ora, ma l’Olimpico mette a disposizione dei laziali 29.000 biglietti (gli altri 2.500 sono del settore ospiti per gli empolesi) e ne sono stati piazzati appena la metà (quasi 15.000). Che sono pochi considerando i prezzi bassi di curva e tribuna Tevere, rispettivamente 10 e 20 euro, l’ingresso gratis per gli under 14, ma sono una base di partenza rispetto ai 6.000 presenti dell’ultima gara interna contro il Genoa. L’obiettivo 20.000 è raggiungibile, però la società si aspettava una risposta migliore almeno nei settori popolari. La pandemia non aiuta, le limitazioni per andare allo stadio anche, di certo i numeri così bassi di spettatori nelle partite in casa (in proporzione la squadra è stata molto più seguita nelle gare in trasferte) fanno venire il sospetto che tra i laziali ci siano molti no vax. Non aiuta nemmeno la difficoltà che sta avendo sul mercato il club bloccato nelle operazioni in entrata dalla Federcalcio per problemi con l’indice di liquidità. Sarri continua ad aspettare due rinforzi, un acquisto avrebbe riportato un po’ di entusiasmo in una tifoseria a cui sono stati avvelenati i pozzi. La scriteriata guerra intestina con la diserzione dell’Olimpico sponsorizzata da leoni da tastiera e geni dell’alta finanza, ha prodotto una disaffezione che non si guarisce solo abbassando i prezzi. Il numero di spettatori di domani pomeriggio dovrà far riflettere. Tutti.
 

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