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Lazio travolta a Napoli: così non va

Poker della squadra di Spalletti, la banda di Sarri dominata. Giovedì riscatto contro l'Udinese

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Maradona applaude da lassù. La Lazio s’inchina a un grande Napoli, prende una sonora scoppola e scivola a metà classifica. Azzurri in testa con merito, biancocelesti sbriciolati, sfortunati nel capitare nel posto sbagliato nel momento peggiore. Per Sarri un altro passo indietro, due sconfitte consecutive negli scontri diretti con Juve e Napoli nel giro di una settimana e un modesto ottavo posto a confermare che sarà una stagione di transizione e cambiamento (quinta sconfitta). Primo tempo da libro degli orrori: Zielinski e una doppietta di Mertens e indirizzano la partita in mezzora. Nel finale il poker di Fabian Ruiz.
Spalletti sostituisce i due infortunati Anguissa e Osimhen con Lobotka e Mertens, recupera Fabian Ruiz e Insigne che non erano partiti per Mosca e presenta il solito Napoli con 4-2-3-1. Sarri conferma Patric a destra lasciando Lazzari in panchina, per il resto gioca la Lazio migliore, con Hysaj, a sinistra centrocampo di qualità Milinkovic, Cataldi e Luis Alberto, solito tridente Anderson-Immobile-Pedro: sarà questo un errore imperdonabile, provare a fare a cazzotti con questo Napoli è un suicidio annunciato.
Prepartita intenso, toccante omaggio a Diego Maradona dell’interno stadio e più in generale di tutta la città: scoperta la statua dedicata al mito argentino, scomparso un anno fa, presenti in tribuna le massime autorità calcistiche compreso Infantino, presidente della Fifa. Poi il fischio di inizio dell’arbitro Orsato che apre la mattanza perché la Lazio prova ad andare a prendere alti gli avversari. Il Napoli è scatenato, i biancocelesti annichiliti dalla partenza dei padroni di casa. Al 7’ Zielinski sfrutta un rinvio ritardato di Cataldi e infila Reina. Passano solo quattro minuti e il Napoli prende di nuovo in contropiede la Lazio: uscita sbagliata in pressing, per Mertens è un gioco da ragazzi siglare il raddoppio. Sarri prova a scuotere i suoi ma la squadra è sbilanciata, troppo facile per i giocatori di Spalletti entrare nella difesa laziale. Ci sarebbe pure una piccola reazione, Luis Alberto al volo regala a Ospina una delle parate più belle del campionato e, sull’angolo successivo, Acerbi colpisce la traversa. Poteva essere 2-1, sulla ripartenza successiva ancora Mertens trova l’incrocio dei pali con un pallonetto telecomandato: 3-0 e per fortuna che il primo tempo finisce solo con un tre gol al passivo perché poteva anche andare peggio. Nella ripresa subito Lazzari al posto di Patric (Luiz Felipe ammonito, sarà squalificato contro l’Udinese e lo spagnolo dovrà giocare al centro) per provare a limitare i danni, poco dopo c’è spazio anche per Zaccagni (esce uno spento Felipe Anderson) e per Basic (fuori Milinkovic). Spalletti inserisce Elmas e Petagna tanto per ribadire la profondità della rosa, ovazione per Mertens. Nella serata maledetta si fa anche male Pedro (minutaggio per Raul Moro), Leiva sostituisce Cataldi, la gara scorre via con gli olé del Maradona e il quarto gol di Fabian Ruiz. Che brutta Lazio.
 

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