
Il progetto solista di Cristiano Godano: "Le mie canzoni con l'energia live"

Un album solista che parte da lontano. «Stammi accanto» è il nuovo orizzonte musicale di Cristiano Godano, già noto come cantante dei Marlene Kuntz, band seminale del rock italiano anni ’90. Oltre all’attività letteraria che l’accompagna da vicino, Godano torna con una nuova tournée e ci è venuto a trovare nella nostra edicola degli artisti (GUARDA LA VIDEO INTERVISTA) In attesa degli imminenti impegni con i Marlene.
Cristiano Godano, è appena uscito il suo secondo album solista «Stammi accanto». Che live ha preparato?
«Sono riuscito a portare le mie composizioni solitarie sul palco con la band. Il mio disco precedente uscì in piena pandemia e fu impossibile suonarlo dal vivo. Ora mi esibisco con i Guano Padano, tre musicisti affiatati che mi permettono di restituire al pubblico una potenza paragonabile a quella che si ottiene sprigionando i decibel e facendo esplodere gli amplificatori. Coinvolgere il pubblico quando sussurri e sfiori le code è una perizia nuova che ho acquisito in questo nuovo percorso».
Le canzoni di «Stammi accanto» le ha composte durante la pandemia. C’è un’assonanza tra l’atmosfera che si respirava all’epoca e quello che viviamo oggi?
«Le prime canzoni le ho composte quando stava per essere scoperto il vaccino. L’umanità era sfibrata, stanca ed estenuata ma iniziava a vedere la luce. Mi sono reso conto di avere canzoni il cui mood era conforme a un’umanità sfinita ma dalla crisi stavamo già uscendo.
Così le ho congelate. Un anno fa le ho riascoltate e le ho trovate conformi al presente. L’umanità non è serena neanche oggi e la parola guerra è nominata troppo spesso. Siamo nuovamente in una dimensione ansiogena e l’attitudine riflessiva del disco è coerente con il contesto attuale».
Nell’album collabora con Samuele Bersani. Quali affinità ha trovato con lui?
«Ci siamo conosciuti più di 10 anni fa in Islanda e siamo diventati ottimi conoscenti. Lo stimo molto. Le sue canzoni sono bellissime ma incatalogabili. È un cantautore e il suo mondo è affascinante e complesso. I suoi testi sono intelligenti e mi è sembrata la persona giusta. La nostra non è una collaborazione nata per mettere insieme due pubblici diversi e fare più stream. Avevo solo il desiderio di ospitarlo nel mio disco».
All’inizio della carriera ha collaborato anche col Consorzio Produttori Indipendenti di Giovanni Lindo Ferretti. Cosa pensa del ritorno live dei CCCP?
«Tutto il bene possibile. Beati loro che a 70 anni possono rientrare in pista e fare una cosa magnifica con un sacco di gente che non vede l’ora di ascoltarli. Ho trovato allucinanti le polemichine che sono nate attorno a questa reunion».
Il ministro Guido Crosetto ha dichiarato di essere suo amico. Ci racconta meglio?
«Io sono di Fossano, in provincia di Cuneo. Lui è di Marene che dista solo 10 chilometri da Fossano. Crosetto era uno dei soci fondatori della cooperativa Zaboom che ha svolto un’azione encomiabile per lo sviluppo della scena musicale, organizzando concerti preziosi.
Aveva fondato la cooperativa con Alberto Castoldi, visionario che era veramente dentro il mondo della musica. Crosetto non le capiva più di tanto quelle musiche particolari ma aveva un’ottima dotazione di sensibilità e curiosità intellettuale. Mi piaceva molto, appoggiava e seguiva le visioni di Castoldi. È una persona che ha contribuito a sostenere la scena musicale e ad alimentarla. Io stesso ero diventato socio di quella cooperativa. Era un’epoca migliore. Studiavo Economia e Commercio e stavo immaginando "Nuotando nell’aria", "Festa Mesta" e "Lieve". Tutte canzoni che sarebbero confluite nel primo disco dei Marlene. È questo il contesto in cui l’ho conosciuto».
Abbiamo parlato della sua attività solista. Ma come stanno i Marlene Kuntz?
«Sono vivi e vegeti. L’anno scorso abbiamo festeggiato il trentennale di "Catartica". Siamo andati a esplodere di energia sui palchi, sorprendendo prima di tutto noi stessi. Il pubblico era stupito da tutta quell’energia. Fra poco partirà anche un tour con l’orchestra: siamo ancora molto vitali. Non ci assestiamo in una zona di comfort sfruttando i risultati ottenuti ma continuiamo a metterci in gioco e ad avere visioni nuove».
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