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Mika compie 40 anni, il giullare del pop diventa grande

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Cosmopolita, poliglotta, pop, esuberante, imprevedibile, caleidoscopico Mika. Ci ha abituato a vivere e fare musica sull’orlo della creatività più spinta. Autore e interprete che ha messo in musica un’infanzia travagliata e illusioni da trasformare in note e colori. «Grace Kelly», «Good guys», «Boum Boum Boum», «Jesus to a child», «Relax, take it easy», «Love today», «We are golden», «Kick ass (we are young)», «Stardust» e «Blame it on the girls». Sono solo alcuni singoli di successo che lo hanno proiettato in vetta alle classifiche. Con l’impegno e la testardaggine che l’hanno portato a imporsi sui produttori discografici in difesa di una visione del pop che non doveva scendere a compromessi con cliché rassicuranti o mode fugaci. La sua biografia nasconde storie sull’orlo del precipizio, l’infanzia dorata a Beirut, la fuga a Parigi dopo lo scoppio della guerra civile nel Paese mediorientale, suo padre tenuto in ostaggio per 7 mesi in Kuwait dopo l’invasione di Saddam Hussein, i creditori alla porta, una seconda fuga a Londra e l’auto in cui dormiva con la mamma davanti ai club dove si sarebbe esibito il giorno dopo.

Michael Holbrook Penniman Jr. (questo il suo vero nome) è un cittadino del mondo. È nato a Beirut il 18 agosto 1983, esattamente 40 anni fa, ma ha passato la prima infanzia in Francia, trasferendosi poi in Gran Bretagna. Ha vissuto anche negli Stati Uniti e parla fluentemente inglese, francese e italiano. Ha studiato perfino cinese per 9 anni e parla anche spagnolo, arabo e dialetto libanese. Terzo di 5 fratelli, è nato da madre libanese maronita e padre statunitense. Quasi subito la sua famiglia si trasferì a Parigi. In seguito al trattenimento del padre nell’ambasciata Usa in Kuwait, a 9 anni andò a vivere a Londra dove ha frequentato il Lycée Français Charles de Gaulle, la Westminster School e, per 3 anni, il Royal College of Music. Proprio a questo periodo risalgono i problemi sui banchi di scuola provocati da una forma di dislessia che tuttora gli impedisce di leggere gli spartiti musicali e l’orario dell’orologio. Ben presto, però, e grazie soprattutto all’appoggio della madre, la musica prese il sopravvento. Il boom è arrivato nel 2007 con «Grace Kelly» poi gli album, i premi, gli anni da giudice a «X Factor», i successi televisivi da «Stasera casa Mika» all’ultimo «The Piano» nel Regno Unito con Lang Lang. Un capitolo importante della sua vita artistica è occupato proprio dagli impegni in tv: nel 2013 è stata annunciata la sua partecipazione come giudice della settima edizione di «X Factor», divenendo così il primo giudice internazionale di un talent show italiano. Nel frattempo ha anche siglato un contratto per il ruolo di giudice nella terza edizione della versione francese di «The Voice» dove ha preso il posto di Louis Bertignac. Poi la conferma per l’ottava edizione di «X Factor» e la quarta edizione della versione d’oltralpe di «The Voice». Ed è proprio sul piccolo schermo che Mika ha saputo mostrare al pubblico le sue qualità di intrattenitore e affabulatore d’altri tempi. Nel 2015 ancora «X Factor» e, l’anno successivo, per la terza volta nel cast di «The Voice: la plus belle voix 2016». Fino a oggi, con un giro di concerti appena concluso in Italia e il traguardo dei 40 anni da festeggiare su un’isola greca. Vivendo il suo giorno particolare come un trampolino di lancio. Per reinventarsi ancora.

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