Israele, l'ex 007 Marco Mancini avverte: "Hamas cambia pelle. Ecco come prova a tornare al potere"
Marco Mancini, ex agente dei servizi segreti italiani già responsabile del controspionaggio e a lungo ai vertici del Dis, nella lista dei prigionieri che Israele dovrebbe rilasciare su richiesta di Hamas, ci sono due Barghouti. Ma si parla solo di Marwan. Chi vuole veramente il gruppo terroristico?
«In cambio degli ostaggi Hamas ha chiesto la liberazione di 1.950 detenuti palestinesi di cui mille arrestati perché appartenenti o riconducibili ad Hamas e 700 fiancheggiatori e 250 dirigenti di Hamas. Uno di questi è di al-Fatah: Marwan Hashim Ibrahim Barghouti, il capo di al-Fatah in carcere».
Perché Hamas vuole il capo di Fatah fuori?
«Per prendersi anche la parte di palestinesi che hanno votato al-Fatah, il cui capo a piedelibero è Abu Mazen, e spodestarlo perché Hamas ritiene lavori sotto traccia per il Mossad. Questo è lo scontro forte dentro Hamas. Anche Marwan è stato arrestato per attentati contro Israele, con diversi ergastoli. Qualcuno lo paragona a Mandela, ma non è Mandela: è un terrorista. Hamas punta ad avere un nuovo capo di Fatah, suo alleato: la dice lunga sul futuro di Gaza. Marwan è persona colta, un politico vero e apprezzato dal popolo palestinese. Se uscisse andrebbe a fare il capo di Fatah, ma un nuovo Fatah che va d’accordo con Hamas».
E l’altro Barghouti in lista chi è?
«Si chiama Abdullah Ghaleb, ingegnere e ex comandante delle Brigate Izz al-Din al-Qassam in Cisgiordania. È condannato a una pena di 5.200 anni di carcere perché ritenuto responsabile dell’uccisione di 67 israeliani con attentati. È il vero capo in carcere di Hamas e parente di Marwan. Se fosse stato parte della trattativa non avrebbe accettato la proposta di Trump. È uno dei fautori del gruppo più estremista di Hamas. Non fidandosi di Israele, vuole imporre che l’armamento personale dei miliziani di Hamas (composto da tre granate, un Kalashnikov con quattro caricatori e un "Yassin", una sorta di RPG fatto da loro), resti come elemento personale nell’eventualità che Israele non rispetti i patti. Vorrebbero consegnare solo i missili custoditi nei 732 chilometri di tunnel».
Alla fine chi libereranno?
«Hamas vorrebbe Abdullah, ma chiede Marwan. Una liberazione "politica" per accattivarsi le simpatie dei palestinesi che non fanno parte di Hamas. Grazie al 7 ottobre dovrebbero riuscire a far uscire dal carcere tutti i leader delle componenti dei palestinesi. Tra questi c’è anche Ahmed Sadat, anche lui non è di Hamas, ex capo del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, all’ergastolo. Anche Trump vuole chiedere a Netanyahu la liberazione di Marwan per ottenere il favore dei palestinesi e creare un’alternativa ad Hamas».
Rimane il nodo dei miliziani all’interno della Striscia. Che fine faranno?
«Sul totale di 35.000 terroristi che compongono Hamas, 15.000 sono i più integralisti e sono agli ordini di Izz al-Din al-Haddad. Accetteranno il piano di Trump solo se resteranno a Gaza, non nei tunnel ma in superficie. Il problema è cosa faranno».
Cosa faranno?
«Muhannad Rajab, capo della brigata di Khan Yunis, propone un altro partito che non si chiamerà più Hamas e parteciperà alle elezioni. La struttura è di 15.000 miliziani, terroristi, che dicono: "Cambiamo nome e formeremo un nuovo partito politico", chiamandosi "ex". A Gaza rimarrebbe un gruppo armato che cambia nome e diventa politico; leader è Rajab. Con il "partito degli ex" puntano a tornare al governo di Gaza. Sottovalutare questa ipotesi sarà la fine di Israele».
Un gruppo terroristico al potere?
«Se in Siria un jihadista dell’Isis adesso è a capo del Paese e stringe la mano al Presidente degli Stati Uniti...».
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