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Viterbo, turchi affiliati alla criminalità organizzata. Tra gli accreditati all'evento anche l'ambasciatore di Israele

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Poteva succedere di tutto, ma le forze dell'ordine lo hanno impedito coordinandosi alla perfezione. A poche ore dall'inizio della festa della Macchina di Santa Rosa, a Viterbo, due cittadini turchi sono stati prelevati da un bed and breakfast situato in un punto nevralgico della città e arrestati dalla Polizia di Stato. Avevano con loro armi automatiche, compresa una mitraglietta, e decine di pallottole. Sebbene sia stato escluso il movente terroristico, è stato analizzato il profilo degli stranieri e ricostruito ogni spostamento per provare a capire quale fosse il loro intento. A fornire elementi sono state le verifiche incrociate con le autorità turche: i due uomini, che non hanno mai parlato, sarebbero affiliati alla criminalità organizzata. 

 

 

La notizia si è diffusa nella tarda serata di ieri, quando da Roma è stato fatto partire un contingente aggiuntivo di forze dell'ordine. Sebbene la situazione sembrasse preoccupante, al ministero dell'Interno si è deciso di adottare misure di massima sicurezza ma di non ostacolare lo svolgimento della celebrazione di Santa Rosa. Con un'unica accortezza: tenere l'illuminazione pubblica accesa, di solito spenta. Dopo aver appurato che il rischio fosse stato circoscritto con gli arresti del pomeriggio, la serata è trascorsa tranquilla. A destare i timori era stata, oltre all'esigenza di garantire l'incolumità dei presenti, la presenza di alcune personalità di spicco. Oltre ai ministri Antonio Tajani e Alessandro Giuli, risultava accreditato anche l'ambasciatore di Israele. 

  

 

 

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