
Oscarwine, la rivista all'attacco di Europa e dazi. E partono gli incontri politici

L’editoria è morta? In casa oscarwine la risposta è no. Il sito dedicato al vino ha recentemente allargato la sua presenza dai byte alla cellulosa, presentando a Vinitaly una freepress destinata ai luoghi dove il vino è venduto, acquistato, degustato e vissuto: cantine, ristoranti, alberghi ed enoteche. “Non sono d’accordo con chi dice che non si legge più e dovremmo arrenderci a questo fatto – spiega Livio Buffo (nella foto con il deputato di FdI Andrea Di Giuseppe), fondatore di oscarwine e Ceo dell’agenzia di comunicazione Cenacoli – Noi abbiamo scelto di allontanarci dalle edicole per andare nei luoghi deputati al vino in maniera da arrivare direttamente un pubblico interessato. A volte basta cambiare strategia o comunicazione per riavvicinare i lettori alla carta.” A tenere battesimo la rivista è stato Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, protagonista con Buffo di un’animata conferenza stampa a Vinitaly che ha richiamato moltissimi produttori da tutta Italia. “Mi sembra che l’Europa – ha commentato Centinaio, facendo riferimento a “Europa matrigna” titolo del numero zero della freepress – si occupi troppo di ciò che dovrebbe restare competenza degli Stati. Il vino non va criminalizzato, ma promosso come parte della nostra cultura. Due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne possono avere effetti positivi sulla salute. Perché se la prendono con il vino e non con la birra tedesca o le bibite industriali? Per non parlare della questione degli avvisi sanitari irlandesi, altra spada di Damocle.”
Gli attacchi della UE ai nostri prodotti non sono gli unici timori dei produttori che, nei giorni successivi alla presentazione, hanno manifestato grande preoccupazione per la questione dei dazi statunitensi tanto che è bastata una foto di Buffo con l’onorevole Andrea Di Giuseppe, presidente del Comitato Permanente sul Commercio Internazionale della Camera dei Deputati ma soprattutto unico deputato della maggioranza eletto negli Stati Uniti, repubblicano DOC vicino all’amministrazione Trump, per far saltare sulla sedia i produttori di vino che l’avevano vista. “Ero andato a trovare l’onorevole esclusivamente per presentargli la versione cartacea di oscarwine – spiega il Ceo di Cenacoli – Non immaginavo la reazione e le telefonate di chi ha visto la foto: ho spiegato a tutti di non guardare/cercare qualcosa che non c’era in quell’incontro. Ho raccontato a Di Giuseppe i commenti dei proprietari delle aziende vitivinicole e dei distributori che ho raccolto a Vinitaly, la preoccupazione di chi vede il mercato statunitense più lontano e la possibilità di trovarsi la cantina “gonfia” di vino invenduto. Oltre alla perdita di fatturato, le aziende hanno paura per i posti di lavoro a rischio e le possibili chiusure se non si trovasse una soluzione al problema dazi. L’onorevole ha solo ascoltato, senza fare commenti. In un momento delicato come questo e visto il suo rapporto con gli Stati Uniti, qualsiasi cosa dicesse, anche una battuta, potrebbe essere fraintesa o decontestualizzata. Il silenzio è la migliore linea soprattutto quando sei considerato il politico italiano più vicino a Trump dopo la premier Meloni.” In attesa dl prossimo numero, oscarwine continuerà con i suoi appuntamenti per sensibilizzare le istituzioni sugli attacchi al vino italiano e i problemi della filiera. “Con il senatore Centinaio – conclude Buffo – stiamo lavorando a un evento molto particolare su un tema finora sottovalutato. Le aziende sono tutte concentrate sui dazi, dimenticando che le minacce al vino all’agroalimentare italiano sono anche altre. A breve presenteremo un nuovo progetto che speriamo possa servire ad aiutare il settore.”
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