
Papa Francesco, Chiesa disorientata per il poncho. Ma lui fa di testa sua

Non si placano le polemiche per l’apparizione a sorpresa di Papa Francesco in San Pietro senza la talare bianca, lo zucchetto e, come qualcuno ha fatto notare, neppure l’anello pontificale. La decisione di Bergoglio, perché è ormai acclarato che di volontà tutta personale si parla, ha creato un vero e proprio scompiglio non solo sui social e nei più famosi e seguiti blog di approfondimento ecclesiastico, ma in generale nell’opinione pubblica come pure nella Chiesa. Persino alcuni quotidiani notoriamente progressisti, quelli, per intenderci, che per anni hanno incensato il pontefice argentino dal loro punto di vista editoriale dichiaratamente laico, hanno sfornato editoriali e commenti al vetriolo sull’episodio accaduto nella tarda mattinata di giovedì. Inutile anche solo entrare nel merito di ciò che è apparso nelle ultime ore sulla stampa cattolica americana, la più apertamente conservatrice dell’intero pianeta, ma un commento in particolare, quello del corrispondente vaticano del Life Site News Micheal Hayes, merita di essere citato perché interpreta alla perfezione la domanda che tutti da due giorni si pongono: è stato un gesto deliberatamente studiato quello di Francesco?
Video su questo argomento
Papa Francesco nella basilica di San Pietro in abiti civili: il video esclusivo | GUARDA
Per il giornalista americano il messaggio di Bergoglio al mondo, alla curia e in special modo ai cardinali che stanno da tempo preparando il terreno per il prossimo Conclave è chiaro e molto lucido: «Ci sono, sono vivo e finché vivrò resterò al mio posto», continuando a sparigliare con gesti eclatanti studiati al momento, in modo da cogliere di sorpresa anche i più stretti collaboratori.
Hayes coglie nel segno quando antepone alla dissacrante immagine di un anziano malato portato in giro senza le insegne sue proprie le motivazioni della scelta tutta personale di un uomo che da dodici anni a questa parte ha deliberatamente messo in soffitta ermellini, scarpe rosse e mitre gemmate per apparire anche visibilmente come il «servo dei servi di Dio». Qualcuno ha affermato che questa sia stata la prima volta nella storia che un Papa si è mostrato in abiti civili, ma non è vero. Giovanni Paolo II fu fotografato (e ripreso) mentre sciava vestito come chiunque pratichi questo sport, seppure sempre con il collare sacerdotale sotto la tuta. Esistono anche delle foto di Wojtyla con l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini mentre sciano insieme al Terminillo, località montana non distante da Roma.
Video su questo argomento
Papa Francesco, dopo l'uscita fuori programma il rientro a Santa Marta | VIDEO
Certo, quel che tutti abbiamo visto giovedì non può essere minimamente equiparato ad un Giovanni Paolo II agli albori del suo pontificato, giovane e nel pieno delle sue forze, soprattutto perché Bergoglio si è mostrato al pubblico come un comune anziano in sedia a rotelle nel luogo più sacro della cattolicità, la basilica di San Pietro. Questo gesto ha ampiamente sconcertato il clero, già disorientato da alcune scelte dottrinali dell’attuale pontefice tese a smantellare certezze teologiche e liturgiche cementate nei secoli e rimaste indenni persino all’urto del Concilio Vaticano II. Bergoglio però non ci bada, mostrando pubblicamente la sua fragilità come meglio crede e in maniera molto differente da Wojtyla a cui spesso è impropriamente associato. I gesti e i modi con cui i due Papi hanno affrontato la vecchiaia e la malattia sono diversissimi e molti alti prelati che hanno vissuto l’agonia di Giovanni Paolo II tendono a sottolinearlo proprio in queste ore di generale sconforto e diffuso disorientamento. Tutti sanno che Francesco ama stupire e far di testa propria, ma questa volta sono in molti a ritenere - anche tra coloro a lui più vicini e fedeli - che il Papa abbia superato quel limite invalicabile che va ben oltre la propria persona: la dignità di Santa Romana Chiesa e quella del Vicario di Cristo.
Dai blog

Michele Bravi fa il regista: "Sul set Lino Banfi è diventato mio nonno"


Francesco Gabbani: «Nelle nuove canzoni la mia svolta interiore»


Il futuro di Amedeo Minghi: "Una commedia musicale in romanesco"
