
Alessandro Coatti, mistero sui motivi dell'omicidio. C'è anche l'ipotesi dello scambio di persona

La Procura di Roma ha avviato le procedure per una rogatoria internazionale con l’obiettivo di cooperare ufficialmente con le autorità della Colombia nelle indagini sull’omicidio di Alessandro Coatti, il biologo molecolare originario dell’Emilia Romagna ritrovato senza vita a Santa Marta. È previsto l’invio di un team investigativo italiano, composto da militari del Ros o agenti dello Sco, a seconda delle deleghe che verranno definite, per affiancare gli inquirenti locali nelle attività sul territorio. Coatti, 38 anni, era giunto nella città caraibica il 2 aprile per una breve vacanza. Tre giorni dopo, si sono perse le sue tracce. I resti del suo corpo, smembrati e occultati in tre diversi luoghi dell’area urbana — uno stadio, un ponte e una zona nei pressi del mercato — sono stati rinvenuti in circostanze raccapriccianti: nascosti dentro un trolley, uno zaino nero e un sacco per il caffè. Elementi che, secondo il Corriere della Sera, fanno pensare a un possibile rituale criminale.
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Le autorità locali non escludono un messaggio intimidatorio da parte dei cartelli della droga, desiderosi di riaffermare il loro controllo su Santa Marta, nodo strategico nel traffico internazionale di stupefacenti. Ma al momento non emergono legami diretti tra il delitto e la criminalità organizzata. Secondo le prime ricostruzioni, Coatti sarebbe dovuto rimanere ancora poco in città prima di spostarsi per visitare il parco naturale di Tayrona, come aveva indicato allo staff dell’hotel dove alloggiava. La sera della sua scomparsa avrebbe avuto in programma di visitare il mercato locale e successivamente di recarsi in discoteca. Resta da verificare, anche tramite l’analisi dei tabulati telefonici, delle celle e dei filmati delle videocamere di sorveglianza, se sia effettivamente arrivato a destinazione.
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Tra le piste al vaglio, anche quella di uno scambio di persona legato a una faida tra clan narcotrafficanti, noti per metodi particolarmente violenti. In passato, casi simili di cadaveri smembrati e nascosti in sacchi per il caffè sono stati associati a regolamenti di conti tra bande rivali. Nella regione operano in particolare due gruppi criminali dotati di struttura paramilitare: il «Clan del Golfo» e le «Autodefensas Conquistadores de la Sierra». Resta però un mistero il possibile legame tra Coatti e ambienti malavitosi. «Siamo fermi al punto di partenza, e saremo fermi finché le indagini lì non saranno finite, ma non abbiamo idea del perché di questa tragedia», le tristi parole di Giovanni Coatti, zio paterno della vittima, che si è fatto portavoce della famiglia.
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