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Presidenziali Usa, Yellen da Draghi: ora per il dopo Biden c'è la carta "Obamez"

Aldo Torchiaro
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In America non si parla d’altro: il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca può avvenire presto. Secondo le nostre fonti sarà annunciato entro fine luglio. I dem Usa sono in fibrillazione. La sua amministrazione è in stato d’allerta. E in questo contesto la potentissima titolare dell’Economia, Janet Yellen prepara l’agenda del suo viaggio in Italia nel segreto più assoluto. Non nasconde però di avere gli occhi puntati sull’Europa: ieri è stata per un’ora al telefono con Londra, con la sua omologa – e amica – Rachel Reeves, ex banca centrale d’Inghilterra, appena nominata ministra delle Finanze nel governo laburista di Keir Starmer. Yellen e Reeves hanno un comune amico in Italia, Mario Draghi. Il terzetto non si limita a qualche messaggino: i prossimi giorni potrebbero essere proficui perle consultazioni che la sottosegretaria al Tesoro americana vuole fare in Europa.

 

Qualcosa di grosso bolle in pentola. Yellen, emissaria ufficiosa della famiglia Obama, non si muove mai a vuoto. Gli Obama, lui e lei, sono richiamati in servizio dalla gravità del quadro psicofisico di Joe Biden. Se Barack è stato il garante di Biden, per il quale ha fatto una roboante campagna elettorale quattro anni fa, è adesso di Michelle che si fa il nome nei circoli di Washington. Lei dice di non essere interessata, ma cos’altro potrebbe dire? Nessuno svelerà le carte prima del tempo. Si attende la convention dei repubblicani di metà luglio per poi rispondere, dal campo democratico, con una mossa a sorpresa. Della quale pochissimi sono al corrente. E tra questi, Janet Yellen. E qui torniamo a Roma. Dove Yellen sarà ad inizio settimana prossima per una riunione a porte chiuse nell’esclusivo e riservatissimo Aspen Institute Italia, che ha il suo quartier generale a Piazza Navona. E nelle more del viaggio italiano è da mettere in conto un incontro con Mario Draghi, che per l’occasione si tiene a portata di mano, nel suo casolare di Città della Pieve. A un’ora e mezza di macchina dalla Capitale.

L’Aspen Institute italiano è uno snodo centrale nelle relazioni Italia-Usa. Voluto nel 1984 dall’allora ministro degli Esteri, Gianni De Michelis, è stata la prima gemmazione del più esclusivo executive club americano fuori dagli Stati Uniti. Solo alcuni anni dopo è stata aperta un’analoga istituzione a Londra e quindi a Berlino. Martedì nel quadro di un incontro a porte chiuse in Aspen si parlerà, ufficialmente, di « Geoeconomia e sicurezza nell’era dell’Intelligenza artificiale». Il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ieri ha confermato al Tempo la sua partecipazione ma sugli altri partecipanti cala un inusuale velo di mistero. Tutti i lavori saranno in inglese. Non potrà che esserci la corsa alla Casa Bianca, nelle conversazioni informali. Ma solo con Mario Draghi l’ex governatrice Fed, Yellen potrebbe rivelare il segreto custodito nei suoi dossier. Si parla dell’avvicendamento diretto con Kamala Harris ma anche, ed è per questo che Yellen verrà a Roma, di Michelle Obama. O in ogni caso di un coinvolgimento completo della famiglia Obama.

 

L’ex presidente dem è un fenomeno, in campagna elettorale. E qualcuno- oltreoceano- ha rispolverato la Costituzione Usa per studiare meglio l’articolo 22. « Nessuno potrà essere eletto alla carica di Presidente più di due volte ». Il limite dei due mandati si intende consecutivamente o in assoluto ? I giuristi si interrogano. Bisognerebbe adire la via tortuosa della Corte Costituzionale di Washington per dirimire il busillis, ma i tempi sono stretti. Invece sono tutti d’accordo su un punto : nessun limite di mandato per il vice Presidente. Barack Obama potrebbe dunque correre come numero due, in questo caso non di sua moglie - anche per gli Omabez ci sono dei limiti - ma di Kamala Harris. Un uomo e una donna, politically correct e nel segno dell’usato sicuro.

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