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Il piano casa di Salvini, quali irregolarità si potranno sanare con la "pace edilizia"

Filippo Caleri
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Case con piccole irregolarità urbanistiche, a volte tramezzi buttati giù, muretti alzati e variazioni fatte nel nome della comodità, anche molti anni fa. Di queste, che in gergo burocratico si chiamano difformità urbanistiche, e che limitano giuridicamente i diritti dei proprietari nelle fasi di vendita o di acquisto si sta occupando il ministero delle infrastrutture guidato da Matteo Salvini. Allo studio un pacchetto di norme per intervenire, così come chiesto e auspicato anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio, che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Nello specifico si tratta di difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie «interne» che riguardano singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche come tramezzi e soppalchi. Difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della «doppia conforme» che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee. Queste linee di indirizzo degli interventi sono state presentate nella riunione sul piano casa, tenuta al Mit alla presenza di Salvini con il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore.

La ratio è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Salvini ha scritto sui social: «Altro che obblighi green e patrimoniali nascoste: la casa è un patrimonio economico, sociale e culturale degli italiani, da difendere a tutti i costi». Critica invece l’opposizione che considera l’operazione alla stregua di un mini condono edilizio.

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