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Voti comprati nel Barese, in un cassonetto le prove del "sistema patologico"

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Voti comprati. Cinquanta euro a ogni elettore. Le amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, nel Barese, sarebbero state macchiate da corruzione elettorale, secondo la Procura di Bari che ha ottenuto 10 misure cautelari nell’inchiesta in cui sono indagate 72 persone, tra cui l’assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, che, dopo la perquisizione eseguita dai carabinieri, si è dimessa e ha lasciato anche gli incarichi nel Pd. Ai domiciliari sono finiti il marito di Maurodinoia, Alessandro Cataldo, e il sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, assieme ad altri cinque indagati, mentre in carcere è stato condotto l’ex assessore di Grumo Nicola Lella, titolare della delega alla Sicurezza. Divieto di dimora per moglie e figlio di Donatelli. Cataldo è ritenuto il "capo e promotore dell’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di corruzione elettorale durante le amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo Appula e per la votazione del presidente e del consiglio regionale della Puglia".

 

Secondo l’accusa contestata dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani, l’associazione sarebbe stata interessata a raccogliere "i consensi necessari" anche per l’elezione della candidata al consiglio regionale Anita Maurodinoia. Dalle indagini è emerso che nella disponibilità di alcuni indagati ci sarebbe stato un "database con più di duemila nominativi con numeri di telefono e fotocopie di carte d’identità e schede elettorali". Nomi di potenziali elettori da contattare per riconoscere "un corrispettivo in denaro, in cambio del voto". Cataldo, inoltre, avrebbe escogitato un sistema per "controllare l’effettivo esercizio del voto in favore del suo partito politico e della moglie". Ci sarebbero state "formule di voto costituite da segni identificativi che venivano imposte agli elettori" e che avrebbero permesso "ex post di verificare l’effettivo voto come concordato".

Significativo è stato quanto trovato dai carabinieri la sera del 6 ottobre 2021, in un cassone per la raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari: frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini di Triggiano, un consistente numero fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale. Lo scopo, stando alla lettura data dalla Procura e condivisa dal gip, sarebbe stato la rielezione del sindaco di Triggiano. Scoperti anche "gregari", ai quali sarebbe stato assegnato il compito di stazionare nelle sezioni elettorali assegnati in modo da verificare se i potenziali elettori avessero rispettato l’accordo.

 

Un sistema analogo per la raccolta dei voti, sarebbe stato applicato nel 2020 per le elezioni a Grumo Appula. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha accettato le dimissioni dell’assessore Maurodinoia "a tutela della Regione che viene prima di tutto". "È già successo in altri casi, negli anni passati, a dimostrazione che questa è la regola, che si fonda sul senso di responsabilità, sulla trasparenza e sul rispetto delle istituzioni. A coloro che stanno già strumentalizzando questa vicenda dico che, così come sono garantisti con un Ministro, dovrebbero esserlo con chiunque altro", ha aggiunto Emiliano che, in una nota, ha ribadito che il "voto di scambio è un atto illegale e intollerabile". "Ogni volta che in questi anni sono venuto a conoscenza direttamente o indirettamente di notizie di reato ho provveduto a segnalare in Procura. E ho sempre invitato tutti a fare la stessa cosa. Ho sempre detto e ribadito che chi sbaglia paga", ha concluso. "Sembra che in Puglia ci sia un sistema patologico da scardinare e gli arresti per corruzione elettorale, ne sono solo un’ultima manifestazione. Noi siamo garantisti ed è giusto che la magistratura faccia il suo lavoro che deve proseguire in serenità, ma è innegabile che le parole del gip, che confermano l’esistenza di un sistema politico clientelare, preoccupano", ha detto il commissario di Forza Italia in Puglia, l’onorevole Mauro D’attis. "Da anni, la Regione Puglia e la città di Bari sono piene zeppe di inchieste e arresti che coinvolgono, direttamente o indirettamente, i vertici politici e amministrativi del territorio. Sullo sfondo emerge forte, pertanto, una questione di igiene politica che va affrontata", ha sottolineato il parlamentare pugliese.

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