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Atreju, premio ai genitori di Indi Gregory. “Doveva continuare a lottare”

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Atreju chiude la seconda serata con il premio della manifestazione assegnato a Dean Gregory e Claire Staniforth, i genitori di Indy Gregory, la bambina inglese di otto mesi, affetta da un male giudicato incurabile da medici, morta lo scorso 13 novembre, dopo il no dei giudici britannici al trasferimento in Italia dove avrebbero provato a salvarla all’ospedale Bambino Gesù di Roma. La coppia, salita sul palco assieme alla ministra per la famiglia Eugenia Roccella è stata accolta da una standing ovation della platea, che ha tributato un lunghissimo applauso. «Noi volevamo che rimanesse in vita e continuasse a lottare», ha detto la mamma durante l’intervista sul palco.

 

 

Il padre ha poi ringraziato l’Italia e ha detto che sarebbe bellissimo per la sua famiglia vivere in Italia «dove il caso è stato trattato meglio che nel nostro paese», ricordando la cittadinanza italiana che il governo Meloni aveva concesso alla bambina per permettere le cure al Bambino Gesù. La ministra Roccella ha parlato di «grande dignità di due genitori, accanto alla loro piccola nella lotta». Per la ministra «i genitori devono avere la possibilità di decidere sulla propria figlia. O c’è la possibilità di piena guarigione oppure pare non ci sia la necessità di curare, ma così non ha senso la sanità. La vita resta una cosa preziosa, che si può rendere più vivibile». «La cura - avverte - non presuppone necessariamente la guarigione, per Indy c’è stato il paradosso del ’miglior interesse’, come se vita e morte fossero due opzioni che si possano mettere sullo stesso piano. Scegliere la morte è una cosa irrimediabile».

 

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