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Processo Ciro Grillo, la ragazza in lacrime ricorda quella notte: "Volevo urlare ma..."

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"Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata". Depone in aula in tribunale a Tempio Pausania la principale accusatrice del processo per violenza sessuale di gruppo in cui sono imputati Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, Beppe, e i tre amici genovesi Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Silvia. (nome di fantasia), li aveva conosciuti al Billionaire di Porto Cervo durante una vacanza in Costa Smeralda nel luglio 2019. Il collegio della difesa ha chiesto l’acquisizione dei verbali e la denuncia (videoregistrata) che la ragazza, ora 23enne, presentò una volta rientrata a Milano, diversi giorni dopo i fatti. Ma questa richiesta non preclude il controesame agli avvocati dei quattro accusati. Gli imputati non sono presenti in aula. La ragazza, italo-norvegese che oggi ha 23 anni, era accompagnata dai suoi legali Giulia Bongiorno e Dario Romano

 

Ripercorrendo la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019 in Costa Smeralda, nel residence di Beppe Grillo, ha detto: "Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata". Rispondendo alle domande del Procuratore capo Gregorio Capasso, la giovane ha spiegato:  Non sentivo il mio corpo e neppure le mie braccia, non riuscivo a muovermi...". La giovane, che all’epoca aveva 19 anni ricorda quanto sarebbe avvenuto dopo la serata trascorsa con i quattro ragazzi genovesi al Biliionaire. Con la sua amica Roberta' nome di fantasia, la giovane andò con Grillo junior e i suoi tre amici nel residence di Costa Smeralda. Qui sarebbero avvenute le violenze. Prima da parte di uno dei ragazza, Francesco Corsiglia, come dice la giovane, e poi degli altri tre. La deposizione è stata sospesa quando l’emozione ha sopraffatto la giovane che depone per la prima volta dall’inizio del processo cominciato oltre un anno fa.

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