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Ciro Grillo, la ragazza delle foto oscene: "Violenza è una questione di potere"

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«“Mi hanno violentata”. Io le ho chiesto: “Chi”? E lei mi ha detto “tutti”». A dirlo ai magistrati è Roberta, nome di fantasia, una delle due ragazze presunte vittime di violenza sessuale da parte di Ciro Grillo e dei suoi amici, ascoltata nell'ambito del processo a Tempio Pausania. Era nella casa insieme a Silvia, l'altra ragazza, nella notte in cui avvengono i fatti dopo una serata i discoteca. Mentre dorme vengono scattate foto oscene a sua insaputa. "Quel che è successo a Silvia è una cosa oggettivamente molto grande, molto pesante e quindi la vediamo sempre molto lontana da noi, quello che è successo a me può apparire piccolo ma nel senso che succede spessissimo, è una cosa che succede a moltissime ragazze. E proprio in quel momento mi sono sentita come se non ci fosse sicurezza nel mondo, come se fosse una cosa che potrebbe succedere tantissime altre volte», ha detto la giovane nella deposizione al processo secondo quanto riporta Repubblica. 

 

«Non ero una persona per loro in quel momento. Ero un oggetto», dice la ragazza di 23 anni, «alla fine tutti gli episodi di violenza sessuale... in verità di sessuale ha poco, è tutta una questione di potere. Chi commette questi atti sente di avere potere sulla vittima». Un'esperienza che l'ha segnata: «Vorrei uscire con un ragazzo, mi interessa qualcuno e ho sempre il pensiero: come fai a sapere che non è uno che farebbe una cosa così?». Per lo stupro di gruppo che sarebbe avvenuto tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Cala di Volpe, sono a processo Ciro Grillo, figlio di Beppe fondatore del Movimento 5 stelle,  Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

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